venerdì 18 gennaio 2019

Diesel SÌ, Diesel NO. Le Ragioni del Mercato.


La decisione dei costruttori di togliere di mezzo le vetture con motore Diesel viene spesso dipinta come il risultato della crociata contro il Diesel condotta dagli ambientalisti. In realtà, i fatti non sono proprio così. Quella che viene raccontata è, di fatto, solo la punta dell’iceberg. Gli addetti ai lavori concordano sul fatto che le riserve di petrolio, oggi conosciute, suggeriscano un uso “prioritario” di questa risorsa e quando parlano di disponibilità sottolineano sempre che dipende di
quale tipo di petrolio si parla. In un contesto nel quale molti paesi produttori manifestano problemi a mantenere elevata la produzione di petrolio “convenzionale”, gli Americani hanno giocato la carta del petrolio di Scisto (Shale Oil), che al momento sembra essere abbondante. Il petrolio di Scisto è però un petrolio “leggero” e va bene per fare benzina, non proprio per fare il gasolio per i nostri motori diesel.
Per fare il gasolio ci vuole infatti petrolio “pesante” da raffinare, che invece scarseggia, vuoi per il calo della produzione, vuoi perché le raffinerie hanno via via dato sempre maggiore spazio alla produzione di gasolio. Ed ecco che entra in scena un grande protagonista di questo scenario: il trasporto navale. Un settore dove le prime venti più grandi navi cargo del mondo inquinano ed emettono zolfo come quasi tutto il parco auto circolante del pianeta, proprio perché usano come carburante solo oli pesanti, ad elevatissimo tasso di inquinamento. Un prodotto molto ma molto meno raffinato del gasolio per autotrazione, che normalmente viene utilizzato per le nostre attuali vetture/veicoli Diesel.
Tutto questo mentre all’orizzonte si profila un cambiamento epocale. Dal 2020, l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) ha reso obbligatorio per le navi l’uso di un carburante più pulito che, di fatto, è il gasolio oggi usato nell’automotive ed in ambito industriale. A questo punto, ecco che scatta la competizione tra settori: trasporto navale, trasporto su strada, usi industriali, auto private. Tutto per un combustibile che non basterà per tutti. Si profila quindi una sorta di gerarchia dei bisogni ed è evidente che l’auto privata è quella destinata a dover soccombere nell’interesse comune. È ovvio quindi che il Diesel non si salva con qualche innovativa tecnologia che lo renda più pulito. E le case costruttici di auto lo sanno bene. Non solo da ora. La realtà: se non avremo più auto acon motori Diesel, in primis, si tratta di una questione di scarsità di gasolio.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...