La concentrazione che cala
progressivamente, le palpebre che si chiudono, la testa che si abbassa
lentamente verso il volante sono gli indiscutibili sintomi di un colpo di
sonno: un temibile nemico di tutti coloro che sono al volante da molto tempo o
che si sono posti alla guida dopo un giornata faticosa. Molti studi
dimostrano che la stanchezza è una delle principali cause per incidenti. Nel
2010 la American Automobile Association (AAA) ha pubblicato un'analisi basata
sui dati degli incidenti raccolti negli Stati Uniti dalla National Highway
Traffic Safety Administration (NHTSA) dalla quale è emerso che nel 17% di tutti
gli incidenti mortali al volante del veicolo c'erano guidatori molto stanchi.
Per prevenire i colpo di sono da tempo
disponibili dispositivi che avvisano il guidatore che arrivato il momento di
fermarsi per una sosta. Attention Assist di Mercedes, Driver Alert Control di
Volvo, Driver Drowsiness Detection di Bosch (disponibile su alcuni modelli del
gruppo VW) sono solo alcuni esempi. Questi sistemi agiscono in sinergia con il
servosterzo elettrico e con il sensore dell’angolo di sterzata (che è uno dei
principali componenti del sistema anti-sbandamento ESP) richiamando i dati
dall’uno o dall’altro a seconda dei
casi. All’inizio del viaggio un algoritmo inizia a registrare ed a controllare
i comportamenti del guidatore. Segnali
tipici di un calo di concentrazione sono il fatto che il guidatore
procede senza praticamente sterzare ed effettua movimenti dello sterzo minimi,
ma rapidi ed improvvisi, per tenere il veicolo in carreggiata.
Sulla base della frequenza di questi
movimenti e di altri parametri - come la lunghezza del viaggio, l’utilizzo
degli indicatori di direzione e dell’acceleratore, l’ora del giorno ed il
calcolo dell’accelerazione trasversale - il sistema calcola il livello di
affaticamento del guidatore. Se tale livello supera una soglia prefissata, sul
cruscotto comincia a lampeggiare una spia solitamente a forma di tazzina da
caffè ed un cicalino avverte il guidatore che è ora di fermarsi per una sosta.
Se il conducente non accetta il suggerimento del computer di bordo, l’avviso
viene ripetuto automaticamente dopo 15 minuti. Indipendentemente dalla
stanchezza del guidatore, il sistema segnala comunque ogni 4 ore la necessità
di effettuare una sosta.
Il Driver Drowsiness Detection di Bosch
può essere abbinato ad altre funzioni come, ad esempio, la frequenza di
campionamento delle informazioni trasmesse dal servosterzo al sensore
dell’angolo di sterzata, e può essere tarato
a stili di guida diversi. Come il Driver Alert Control di Volvo, non è sempre
attivo: uno stile di guida normale di oltre 15 minuti prevede l’attivazione se
la velocità di crociera supera i 65 km/h ed agisce fino alla velocità di 180
km/h, al di sotto di tale velocità il sistema va in stand-by.
Il futuro però è solo cominciato. In un
tempo non lontano potremo avere a bordo della nostra automobile una specie di
medico elettronico. I ricercatori dell’Università Tecnica di Monaco, in
collaborazione con quelli di BMW, stanno studiando di inserire due sensori nel
volante per controllare la salute del guidatore. Uno lungo la circonferenza
della corona misura la conducibilità della pelle che varia in base al grado di
stress e tiene sotto osservazione il battito cardiaco, l’altro ad infrarossi in
una delle razze rileva l’ossigenazione del sangue. Una centralina riceve i dati
via radio, li elabora e proietta i risultati sullo schermo del navigatore. In
caso di pericolo il sistema dà l’allarme intervenendo in modo diverso a seconda
del tipo di problema riscontrato sul guidatore. Se ad esempio quest’ultimo
risultata solo stressato viene abbassato il volume della radio e disattivato il
telefono; se invece il problema rilevato fosse più serio il sistema riduce la velocità
ed addirittura in alcuni casi potrebbe fermare l’autoveicolo.