venerdì 26 luglio 2013

C’è un medico a bordo!

La concentrazione che cala progressivamente, le palpebre che si chiudono, la testa che si abbassa lentamente verso il volante sono gli indiscutibili sintomi di un colpo di sonno: un temibile nemico di tutti coloro che sono al volante da molto tempo o che si sono posti alla guida dopo un giornata faticosa. Molti studi dimostrano che la stanchezza è una delle principali cause per incidenti. Nel 2010 la American Automobile Association (AAA) ha pubblicato un'analisi basata sui dati degli incidenti raccolti negli Stati Uniti dalla National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) dalla quale è emerso che nel 17% di tutti gli incidenti mortali al volante del veicolo c'erano guidatori molto stanchi.
Per prevenire i colpo di sono da tempo disponibili dispositivi che avvisano il guidatore che arrivato il momento di fermarsi per una sosta. Attention Assist di Mercedes, Driver Alert Control di Volvo, Driver Drowsiness Detection di Bosch (disponibile su alcuni modelli del gruppo VW) sono solo alcuni esempi. Questi sistemi agiscono in sinergia con il servosterzo elettrico e con il sensore dell’angolo di sterzata (che è uno dei principali componenti del sistema anti-sbandamento ESP) richiamando i dati dall’uno o dall’altro  a seconda dei casi. All’inizio del viaggio un algoritmo inizia a registrare ed a controllare i comportamenti del guidatore. Segnali  tipici di un calo di concentrazione sono il fatto che il guidatore procede senza praticamente sterzare ed effettua movimenti dello sterzo minimi, ma rapidi ed improvvisi, per tenere il veicolo in carreggiata.
Sulla base della frequenza di questi movimenti e di altri parametri - come la lunghezza del viaggio, l’utilizzo degli indicatori di direzione e dell’acceleratore, l’ora del giorno ed il calcolo dell’accelerazione trasversale - il sistema calcola il livello di affaticamento del guidatore. Se tale livello supera una soglia prefissata, sul cruscotto comincia a lampeggiare una spia solitamente a forma di tazzina da caffè ed un cicalino avverte il guidatore che è ora di fermarsi per una sosta. Se il conducente non accetta il suggerimento del computer di bordo, l’avviso viene ripetuto automaticamente dopo 15 minuti. Indipendentemente dalla stanchezza del guidatore, il sistema segnala comunque ogni 4 ore la necessità di effettuare una sosta.
Il Driver Drowsiness Detection di Bosch può essere abbinato ad altre funzioni come, ad esempio, la frequenza di campionamento delle informazioni trasmesse dal servosterzo al sensore dell’angolo di sterzata, e  può essere tarato a stili di guida diversi. Come il Driver Alert Control di Volvo, non è sempre attivo: uno stile di guida normale di oltre 15 minuti prevede l’attivazione se la velocità di crociera supera i 65 km/h ed agisce fino alla velocità di 180 km/h, al di sotto di tale velocità il sistema va in stand-by.  
Il futuro però è solo cominciato. In un tempo non lontano potremo avere a bordo della nostra automobile una specie di medico elettronico. I ricercatori dell’Università Tecnica di Monaco, in collaborazione con quelli di BMW, stanno studiando di inserire due sensori nel volante per controllare la salute del guidatore. Uno lungo la circonferenza della corona misura la conducibilità della pelle che varia in base al grado di stress e tiene sotto osservazione il battito cardiaco, l’altro ad infrarossi in una delle razze rileva l’ossigenazione del sangue. Una centralina riceve i dati via radio, li elabora e proietta i risultati sullo schermo del navigatore. In caso di pericolo il sistema dà l’allarme intervenendo in modo diverso a seconda del tipo di problema riscontrato sul guidatore. Se ad esempio quest’ultimo risultata solo stressato viene abbassato il volume della radio e disattivato il telefono; se invece il problema rilevato fosse più serio il sistema riduce la velocità ed addirittura in alcuni casi potrebbe fermare l’autoveicolo.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...