Esattamente trenta anni fa, nel 1995, il lancio
della seconda generazione di
Opel #Vectra-B portava con sé
l’introduzione di una serie di soluzioni nel campo della sicurezza che ponevano
la berlina di classe medio-altra dalla gamma della Casa di Ruesselsheim
all’avanguardia nel suo segmento di mercato. Con circa due milioni e mezzo di
clienti conquistati nel giro meno di sette anni, Opel Vectra poteva essere
definita giustamente una "best‑seller". La nuova serie, in vendita
nella duplice versione con berlina a 4 e 5 porte, aveva le carte in regola per
portare ancora avanti tale successo.Sicurezza attiva con il Multi-link
Nel 1995 Opel Vectra-B si imponeva all’attenzione
per le moderne soluzioni dell'autotelaio che aveva il suo punto forte nella
sofisticata sospensione posteriore tipo #Multi-link, oltre che
nell'inedita sospensione anteriore. Entrambe erano montate su sottotelai
separati dal resto della scocca per limitare la rumorosità proveniente dal
motore, dagli organi di trasmissione e dai pneumatici. In tal modo la nuova
media della gamma Opel era molto agile nel comportamento su strada e garantiva
un notevole comfort di marcia.
La geometria delle sospensioni svolgeva in
proposito un ruolo fondamentale. Frenando, ad esempio, su un fondo stradale con
diversi gradi di aderenza, la cinematica del braccio della sospensione
anteriore McPherson aumentava la convergenza della ruota che aveva maggiore
aderenza. Lo schema #DSA (Dynamic SAfety), che ha già dimostrato la sua
efficacia sulla Omega, era in grado di contrastare efficacemente la tendenza
della vettura ad uscire di traiettoria.
Sicurezza passiva in primo piano
Come se non bastassero le caratteristiche
dell'autotelaio e gli ampi margini di sicurezza attiva, la seconda generazione
di Opel Vectra assolveva anche i più severi requisiti di sicurezza passiva. La
robusta parte centrale dell'abitacolo era stata studiata ricorrendo allo stato
dell'arte della tecnologia: l'energia di un'eventuale deformazione si scaricava
sistematicamente lungo tre linee di carico.
Molti particolari interagivano in modo complesso
per creare un ampio e completo sistema di sicurezza. Questo era il caso di
elementi già familiari ai clienti Opel come le cinture di sicurezza, i
pretensionatori e gli airbag che erano stati anch'essi oggetto di non meno
significativi progressi tecnologici. La Casa tedesca aveva sviluppato, ad
esempio, una nuova generazione di sedili dotati di rampe anti-scivolo e
di attacchi delle cinture posti su entrambi i due lati. In questo modo
la posizione della bandella trasversale risultava sempre ottimale rispetto al
corpo dell'occupante. Un ulteriore elemento di sicurezza era rappresentato da
un nuovo tipo di pretensionatore che utilizzava una carica propellente per
tendere le cinture con un maggior effetto di tensionamento rispetto ai
dispositivi meccanici.
Airbag "misti": per la prima volta su una
vettura di serie
La seconda generazione di Opel Vectra era soprattutto
la prima automobile costruita in grande serie ad impiegare airbag frutto di una
tecnologia "mista" che utilizzavano sia cariche di innesco che gas
pressurizzati. Il gas Argon necessario per gonfiare il cuscino era conservato
ad una pressione di 200 bar in uno speciale cilindro d'acciaio inserito nel
volante oppure, nel caso dell'airbag lato passeggero, nel cruscotto.
A seconda dell'entità dell'impatto, il gas era
liberato dal cilindro con l'accensione di una carica d'innesco. Poiché il gas
perde forza espandendosi, l'accensione serviva anche a riscaldare il gas mentre
si espandeva rapidamente e ad aumentarne il volume in modo che possa gonfiare
il cuscino. Questa nuova tecnologia presentava il duplice vantaggio di
richiedere una carica inferiore rispetto ai dispositivi convenzionali e di
permettere l'utilizzo di cuscini fatti con un nuovo materiale più facilmente
riciclabile.
Pedaliera sganciabile in caso di urto
Un’altra novità in fatto di sicurezza era rappresentata
dal sistema adottato per il montaggio della pedaliera per il quale Opel
chiese il brevetto. Per impedire che, in caso di scontro frontale, i pedali
potessero penetrare nella zona inferiore dell'abitacolo, gli assali dei loro
perni erano sistemati entro supporti metallici di forma trapezoidale. Questi si
sarebbero potuti piegare solo sotto l'energia dell'urto così che i pedali si
sganciassero dai supporti riducendo la possibilità di finire a ferire i piedi o
le gambe del guidatore.
C'era poi un'altra caratteristica poco comune su
automobili del segmento della Vectra. Tutte le versioni (tranne quella
d'ingresso) avevano 5 poggiatesta di serie. Qualora tuttavia quello
posteriore-centrale non fosse stato necessario, poteva essere estratto
facilmente dallo schienale del sedile in modo da non limitare la visibilità
posteriore del guidatore.