domenica 1 settembre 2013

La demotorizzazione non esiste

Cosa si intende per de motorizzazione? Le vendite di automobili nuove di fabbrica oppure il numero delle vetture in circolazione? Se è pur vero infatti che nel quinquennio di crisi 2008-2012 le immatricolazioni sono calate di 1.091.017 unità rispetto alla media degli undici anni precedenti, il parco circolante è aumentato del 2,73% ovvero di 986.612 autovetture. Le immatricolazioni degli anni che vanno dal 2008 al 2012 sono state destinate quindi soltanto in parte alla sostituzione di auto rottamate, mentre il resto ha contribuito all'incremento del parco circolante. Il dato emerge da uno studio condotto dall’Osservatorio Autopromotec su dati dell’Automobile Club d’Italia.

Non si può quindi affermare che la crisi abbia determinato un processo di demotorizzazione nel nostro Paese. D'altra parte non si vede come un fenomeno di questo tipo sia possibile dato che in Italia le alternative all'automobile privata ed in particolare il trasporto pubblico non sembrano essere in grado di far fronte in misura apprezzabile alle esigenze di mobilità tradizionalmente assicurate dall'automobile. Tra l'altro nel quinquennio 2008-2012 la crescita del circolante ha interessato tutte le regioni, nessuna esclusa, con tassi generalmente più alti al Sud, piuttosto che al Nord ed al Centro.
Non si può dunque affermare che si sia creata una disaffezione dall'automobile. La domanda di sostituzione è stata fortemente compressa per evidenti ragioni economiche e quella per nuova motorizzazione ha rallentato, ma non si è certo fermata. Va comunque segnalato che, se si confronta il  circolante del 2012 con quello del 2011 si nota una contrazione dello 0,09% corrispondente ad una diminuzione di 34.818 autovetture: un'inezia su un parco circolante di 37 milioni di auto. Come interpretare questo dato? Si può ipotizzare che la demotorizzazione, evitata nei primi quattro anni di crisi, sia iniziata nel quinto?
In effetti non vi sarebbero ragioni per ritenere che sia così. La causa del piccolissimo calo del circolante è infatti la gravità della crisi economica che ha determinato una forte contrazione della mobilità (come risulta anche dal calo dei consumi di carburante) e ha anche emarginato dal processo produttivo un alto numero di persone, una parte delle quali è stata costretta a rottamare la propria auto senza sostituirla, ma non tanto per disaffezione dall'automobile quanto per mancanza di risorse anche per pagare bollo e assicurazione di un’auto poco utilizzata.

Un fenomeno analogo ha determinato anche il sorpasso degli acquisti di biciclette rispetto a quelli di automobili, sorpasso citato per indicare l'affermarsi di nuove modelli di mobilità. Il ricorso alla bicicletta non deriverebbe però da un improvviso ritorno di fiamma per questo mezzo di trasporto, bensì dal fatto che, data la gravità della crisi e gli altissimi costi dei carburanti, alcuni automobilisti vedono nelle due ruote una possibilità di sostituire l'auto in alcuni spostamenti ed in alcune stagioni. 
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