A
rendere ancora più attraenti agli occhi
del pubblico i moderni smartphone e
tablet PC sono indubbiamente le app disponibili ovvero tutte quelle più o meno utili
applicazioni software create per selezionare, tra la crescente moltitudine di
dati ed informazioni disponibili, quelli di specifico interesse, canalizzarli
e renderli più fruibili alle persone interessate, anche
quando sono in movimento, connettere le persone in mobilità, condividendo
informazioni e comunicando attraverso internet. Da quando i primi smartphone hanno
fatto infatti il loro debutto sul mercato, sono state sviluppate in tutto il
mondo migliaia di app facilmente scaricabili da internet e disponibili
gratuitamente oppure con un piccolo contributo.
Con
una differenza: mentre fino a qualche tempo fa questi software erano eseguiti
esclusivamente sui dispositivi Apple e su quelli che supportano
Android,
oggi sono sempre più spesso presenti sulle automobili. Attraverso una “head
unit” sviluppata, ad esempio, da Bosch per General Motors, il guidatore può
comandare i sistemi audio e video, eventuali dispositivi esterni collegati
tramite USB o Bluetooth, smartphone, sistemi speciali per le chiamate di
emergenza come OnStar, servizi telematici, radio AM-FM, radio satellitare
Sirius XM, DAB o radio Internet Pandora, sistemi di parcheggio con video e
navigatori e perfino il climatizzatore
di bordo. In sintesi tutti i sistemi di infotainment e di comando che si
possano immaginare a bordo di un veicolo. La “head unit” è inoltre in grado di integrare
anche la comunicazione tra i diversi sistemi senza che il guidatore debba fare
nulla, permettendogli di disporre di più informazioni, di godere di una
maggiore comodità e di evitare di svolgere molte operazioni noiose.
E se
con CUE (Cadillac User Experience) GM e Bosch hanno creato una nuova
piattaforma per i sistemi di infotainment per auto pronti per la produzione in
serie, Jaguar Land Rover ha presentato recentemente le applicazioni InControl
che, realizzate in collaborazione Bosch SoftTech, consentiranno ai clienti
delle due marche inglesi di interagire con
le applicazioni compatibili installate sui loro smartphone, mentre
Chevrolet si prepara a lanciare due nuove versioni del suo sistema MyLink e
vanta di essere “uno dei marchi più connessi”in Europa.
Essere
continuamente connessi con il mondo circostante anche quando si è al volante
non sembra però essere ancora sufficiente. Oggi sentiamo parlare di app in
grado di fare addirittura un piccolo prelievo di sangue al guidatore e
valutarne le condizioni di salute in tempo pressoché reale.
Se
da un lato questo è certamente intrigante e farà parte presto del nostro
quotidiano , dall’altro è altrettanto importante
ricordare quanto ai fini della sicurezza di tutti sia indispensabile fare un
check-up all’automobile… Forzare l’aggancio dell’auto al web portando al
guidatore una miriade di informazioni parcellizzate, rischia di creare un
contesto di distrazione continua per il guidatore, che si verrebbe a trovare, “mutatis mutandis”, nella condizione indicata da Nicholas Carr, nel suo libro dal titolo provocatorio “internet ci
rende stupidi ?”, nel quale invita a riflettere su come l’uso distratto di
innumerevoli frammenti di informazione finisca per farci perdere la capacità di
concentrazione e ragionamento.
Ma è davvero
così indispensabile? Non sarebbe forse più utile fare un check-up all’automobile?
O meglio, non sarebbe più serio tornare ad occuparci veramente di automobili ed
incoraggiare i guidatori a tenere le mani sul volante
e gli occhi sulla strada? La sicurezza
in fondo comincia proprio con una maggiore attenzione e concentrazione sulla
guida.