giovedì 19 settembre 2013

Servono davvero tutte queste app?

A rendere ancora più attraenti  agli occhi del pubblico  i moderni smartphone e tablet PC sono indubbiamente le app disponibili  ovvero tutte quelle più o meno utili applicazioni software create per selezionare, tra la crescente moltitudine di dati ed informazioni disponibili, quelli di specifico interesse, canalizzarli e  renderli  più fruibili alle persone interessate, anche quando sono in movimento, connettere le persone in mobilità, condividendo informazioni e comunicando attraverso internet. Da quando i primi smartphone hanno fatto infatti il loro debutto sul mercato, sono state sviluppate in tutto il mondo migliaia di app facilmente scaricabili da internet e disponibili gratuitamente oppure con un piccolo contributo.
Con una differenza: mentre fino a qualche tempo fa questi software erano eseguiti esclusivamente sui dispositivi Apple e su quelli che supportano Android, oggi sono sempre più spesso presenti sulle automobili. Attraverso una “head unit” sviluppata, ad esempio, da Bosch per General Motors, il guidatore può comandare i sistemi audio e video, eventuali dispositivi esterni collegati tramite USB o Bluetooth, smartphone, sistemi speciali per le chiamate di emergenza come OnStar, servizi telematici, radio AM-FM, radio satellitare Sirius XM, DAB o radio Internet Pandora, sistemi di parcheggio con video e navigatori e  perfino il climatizzatore di bordo. In sintesi tutti i sistemi di infotainment e di comando che si possano immaginare a bordo di un veicolo.  La “head unit” è inoltre in grado di integrare anche la comunicazione tra i diversi sistemi senza che il guidatore debba fare nulla, permettendogli di disporre di più informazioni, di godere di una maggiore comodità e di evitare di svolgere molte operazioni noiose.
E se con CUE (Cadillac User Experience) GM e Bosch hanno creato una nuova piattaforma per i sistemi di infotainment per auto pronti per la produzione in serie, Jaguar Land Rover ha presentato recentemente le applicazioni InControl che, realizzate in collaborazione Bosch SoftTech, consentiranno ai clienti delle due marche inglesi di interagire con  le applicazioni compatibili installate sui loro smartphone, mentre Chevrolet si prepara a lanciare due nuove versioni del suo sistema MyLink e vanta di essere “uno dei marchi più connessi”in Europa.
Essere continuamente connessi con il mondo circostante anche quando si è al volante non sembra però essere ancora sufficiente. Oggi sentiamo parlare di app in grado di fare addirittura un piccolo prelievo di sangue al guidatore e valutarne le condizioni di salute in tempo pressoché reale.
Se da un lato questo è certamente intrigante e farà parte presto del nostro quotidiano , dall’altro è  altrettanto importante ricordare quanto ai fini della sicurezza di tutti sia indispensabile fare un check-up all’automobile… Forzare l’aggancio dell’auto al web portando al guidatore una miriade di informazioni parcellizzate, rischia di creare un contesto di distrazione continua per il guidatore, che si verrebbe  a trovare, “mutatis mutandis”,  nella condizione  indicata da Nicholas Carr, nel suo  libro dal titolo provocatorio “internet ci rende stupidi ?”, nel quale invita a riflettere su come l’uso distratto di innumerevoli frammenti di informazione finisca per farci perdere la capacità di concentrazione e ragionamento.
Ma è davvero così indispensabile? Non sarebbe forse più utile fare un check-up all’automobile? O meglio, non sarebbe più serio tornare ad occuparci veramente di automobili ed incoraggiare i guidatori a tenere le mani sul volante e gli occhi sulla strada?  La sicurezza in fondo comincia proprio con una maggiore attenzione e concentrazione sulla guida.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...