Lunar Roving Vehicle - replica |
Su
tutta la Terra non c’è un’automobile come questa. Nessuna è mai stata “esportata”
così lontano. Nessuna ha mai avuto un impiego tanto speciale. Nessuna (almeno quando
fu costruita circa quarant’anni fa) è stata altrettanto rivoluzionaria e ricca
di contenuti tecnologici all’epoca di assoluta avanguardia. Parliamo del Lunar
Roving Vehicle (LRV) che alla fine degli Anni Sessanta la NASA progettò,
costruì ed inviò (in tre esemplari) sulla Luna e… che abbiamo avuto modo di guidare
personalmente.
Per
farlo però non siamo andati sulla Luna dove tre Roving giacciono abbandonati
dal 1971-1972 con le batterie scariche. Né siamo andati negli Stati Uniti dove
sono rimasti i prototipi di sviluppo. C’è bastato approfittare della replica che Marangoni Meccanica ha realizzato sulla base di progetti originali forniti dalla NASA per conto del Museo Civico di Rovereto.
Tutto cominciò quando l’azienda italiana chiamò la NASA per
chiedere di avere i progetti e la documentazione del veicolo lunare in modo da
poterne realizzare una replica fedele. Cosa pensate che le abbiano risposto gli
Americani? “Ma sì, certo, naturalmente!”. I tecnici di Marangoni Meccanica,
specialisti nella sviluppo di macchinari d’avanguardia per fabbricare
pneumatici, si sono subito messi al lavoro e hanno realizzato una replica
perfettamente funzionante del Lunar Roving Vehicle: tanto è vero che è arrivata
con le sue stesse ruote al Museo Civico di Rovereto dove ha trovato ad
attenderla l’ormai settantenne ex-astronauta americano Charles Duke che l’ha
guidata personalmente. E se per Duke è stata un’esperienza emozionante,
figuratevi per noi!
Rispetto
agli astronauti di allora, noi abbiamo però un vantaggio: tante tecnologie che
all’inizio degli Anni ‘70 erano inedite fanno parte da tempo della nostra
quotidianità e forse per noi è stato un tantino più facile familiarizzare con la
guida del Roving. Prendiamo, ad esempio, la cloche spostando la quale si fa
avanzare, accelerare e sterzare il Lunar Roving Vehicle. Allora era certamente
uno strumento insolito. Per noi che viviamo nel XXI Secolo è come utilizzare il
joystick di un videogioco. Uno strumento familiare che ci ha fatto sentire come
se fossimo all’improvviso piovuti dal futuro in un’epoca passata, un’epoca che
peraltro avevamo avuto modo di conoscere molto bene. Una sensazione davvero
strana!
Questo
è anche il caso del sistema di navigazione che consentiva ai Lunar Roving Vehicle di spostarsi in sicurezza,
evitando agli astronauti di perdersi e di dover cercare il percorso di ritorno verso
il modulo lunare (LEM) Falcon. Sul veicolo originale c’erano
tre giroscopi collegati ad un calcolatore elettronico che indicavano sempre il
percorso più breve per rientrare alla base del modulo lunare Falcon. Un secondo
apparecchio, collegato alla base di Houston, forniva sempre la posizione e la
rotta del veicolo lunare. Un po’ come sui navigatori che troviamo su molte nostre
automobili. Niente di insolito, oggi! Ma all’inizio degli Anni ‘70 era quasi
fantascienza!
Una
soluzione del Roving ancora oggi rara sulle nostre auto sono invece le quattro
ruote sterzanti che nel caso del Lunar Roving erano attuate da altrettanti
motorini elettrici da 0,1 CV. Il ridotto diametro di sterzata così ottenuto
(3,05 metri) di poco inferiore alla lunghezza totale del veicolo (3,1 metri)
consente, come abbiamo avuto modo di verificare di persona, di girare nel
classico fazzoletto. Provare per credere!
Per
il resto il Lunar Roving si presenta come una specie di grande go-kart a 2
posti con quattro ruote in acciaio del diametro di circa 80 centimetri. Su di
esso sono montati due sedili in nailon, sagomati in modo tale
da accomodare gli astronauti rivestiti della tuta spaziale e dello zaino
portatile di sopravvivenza. A causa dei sobbalzi piuttosto violenti causati
dalla bassa gravità lunare, gli astronauti si legavano a cinture di sicurezza
molto robuste.
Comandi e strumenti sono completamente differenti da quelli delle
automobili che conosciamo. C’è un giroscopio per orientarsi sulla superficie
lunare (una normale bussola, in assenza di un nord, sarebbe inutile) ed un
tachimetro che indica la velocità in… centimetri all’ora. E poi c’è una serie
di interruttori da abbassare prima di mettersi in movimento: attivazione della
batteria, attivazione delle ruote sterzanti anteriori e posteriori… Più che al
volante di un’automobile, sembra di essere a bordo di un aereo. Roba dell’altro
mondo!