mercoledì 16 ottobre 2013

Ho guidato il Lunar Roving

Lunar Roving Vehicle - replica
Su tutta la Terra non c’è un’automobile come questa. Nessuna è mai stata “esportata” così lontano. Nessuna ha mai avuto un impiego tanto speciale. Nessuna (almeno quando fu costruita circa quarant’anni fa) è stata altrettanto rivoluzionaria e ricca di contenuti tecnologici all’epoca di assoluta avanguardia. Parliamo del Lunar Roving Vehicle (LRV) che alla fine degli Anni Sessanta la NASA progettò, costruì ed inviò (in tre esemplari) sulla Luna e…  che abbiamo avuto modo di guidare personalmente.
Per farlo però non siamo andati sulla Luna dove tre Roving giacciono abbandonati dal 1971-1972 con le batterie scariche. Né siamo andati negli Stati Uniti dove sono rimasti i prototipi di sviluppo.
C’è bastato approfittare della replica che Marangoni Meccanica ha realizzato sulla base di progetti originali forniti dalla NASA per conto del Museo Civico di Rovereto.
Tutto cominciò quando l’azienda italiana chiamò la NASA per chiedere di avere i progetti e la documentazione del veicolo lunare in modo da poterne realizzare una replica fedele. Cosa pensate che le abbiano risposto gli Americani? “Ma sì, certo, naturalmente!”. I tecnici di Marangoni Meccanica, specialisti nella sviluppo di macchinari d’avanguardia per fabbricare pneumatici, si sono subito messi al lavoro e hanno realizzato una replica perfettamente funzionante del Lunar Roving Vehicle: tanto è vero che è arrivata con le sue stesse ruote al Museo Civico di Rovereto dove ha trovato ad attenderla l’ormai settantenne ex-astronauta americano Charles Duke che l’ha guidata personalmente. E se per Duke è stata un’esperienza emozionante, figuratevi per noi!
Rispetto agli astronauti di allora, noi abbiamo però un vantaggio: tante tecnologie che all’inizio degli Anni ‘70 erano inedite fanno parte da tempo della nostra quotidianità e forse per noi è stato un tantino più facile familiarizzare con la guida del Roving. Prendiamo, ad esempio, la cloche spostando la quale si fa avanzare, accelerare e sterzare il Lunar Roving Vehicle. Allora era certamente uno strumento insolito. Per noi che viviamo nel XXI Secolo è come utilizzare il joystick di un videogioco. Uno strumento familiare che ci ha fatto sentire come se fossimo all’improvviso piovuti dal futuro in un’epoca passata, un’epoca che peraltro avevamo avuto modo di conoscere molto bene. Una sensazione davvero strana!
Questo è anche il caso del sistema di navigazione che consentiva ai Lunar Roving Vehicle di spostarsi in sicurezza, evitando agli astronauti di perdersi e di dover cercare il percorso di ritorno verso il modulo lunare (LEM) Falcon. Sul veicolo originale c’erano tre giroscopi collegati ad un calcolatore elettronico che indicavano sempre il percorso più breve per rientrare alla base del modulo lunare Falcon. Un secondo apparecchio, collegato alla base di Houston, forniva sempre la posizione e la rotta del veicolo lunare. Un po’ come sui navigatori che troviamo su molte nostre automobili. Niente di insolito, oggi! Ma all’inizio degli Anni ‘70 era quasi fantascienza!
Una soluzione del Roving ancora oggi rara sulle nostre auto sono invece le quattro ruote sterzanti che nel caso del Lunar Roving erano attuate da altrettanti motorini elettrici da 0,1 CV. Il ridotto diametro di sterzata così ottenuto (3,05 metri) di poco inferiore alla lunghezza totale del veicolo (3,1 metri) consente, come abbiamo avuto modo di verificare di persona, di girare nel classico fazzoletto. Provare per credere!
Per il resto il Lunar Roving si presenta come una specie di grande go-kart a 2 posti con quattro ruote in acciaio del diametro di circa 80 centimetri. Su di esso sono montati due sedili in nailon, sagomati in modo tale da accomodare gli astronauti rivestiti della tuta spaziale e dello zaino portatile di sopravvivenza. A causa dei sobbalzi piuttosto violenti causati dalla bassa gravità lunare, gli astronauti si legavano a cinture di sicurezza molto robuste.
Comandi e strumenti sono completamente differenti da quelli delle automobili che conosciamo. C’è un giroscopio per orientarsi sulla superficie lunare (una normale bussola, in assenza di un nord, sarebbe inutile) ed un tachimetro che indica la velocità in… centimetri all’ora. E poi c’è una serie di interruttori da abbassare prima di mettersi in movimento: attivazione della batteria, attivazione delle ruote sterzanti anteriori e posteriori… Più che al volante di un’automobile, sembra di essere a bordo di un aereo. Roba dell’altro mondo!
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