Mancano ancora alcuni
mesi al grande appuntamento di inizio Estate sul circuito di Le Mans, ma i principali
contendenti per la vittoria nel Campionato Mondiale Endurance - e soprattutto
nella 24 Ore della Sarthe - stanno già affilando le armi in vista del test
collettivi di fine Marzo quando per la prima si troveranno tutti e tre uno di
fronte all’altro.
Tre. Perché quest’anno
nel duello che dal 2011 oppone Audi e Toyota si inserisce anche Porsche che
dopo 16 anni assenza torna alle grandi gare di durata con una vettura inedita in
grado di puntare alla vittoria assoluta: la nuovissima Porsche 919 Hybrid che
approfitta anche di un regolamento tecnico profondamente cambiato rispetto al
2013 per guadagnare rapidamente terreno nei confronti delle più collaudate
rivali. Ci riuscirà? Difficile a dirsi.
Le novità introdotte nel
regolamento della categoria LMP1 puntano innanzitutto mettere in pista vetture in
grado di girare sugli stessi tempi sul giro dell’anno scorso usando meno
energia. In breve, ottenere di più con meno. Un approccio decisamente orientato
al futuro ed allo sviluppo tecnologico che chiama inevitabilmente in causa la
propulsione ibrida. Che tutti e tre costruttori utilizzano in modo molto
differente tra loro, rendendo, se possibile, il confronto tecnico e sportivo
ancora più intrigante.
Cominciamo dai motori
termici. Mentre infatti Porsche propone un inedito 4 cilindri turbo benzina ad
iniezione diretta di 2.000 cc, Audi adotta un quasi silenzioso 3.700-V6
turbodiesel e Toyota un 3.400-V8 benzina atmosferico ovvero senza
turbocompressore. Niente male, per cominciare, no?
Ma non basta. Osservando
un po’ più da vicino le tre vetture scopriamo che per la prima volta il
turbocompressore del turbodiesel Audi è collegato ad un dispositivo elettrico
che permette di convertire il calore dei gas di scarico in elettricità. Questa
passa poi al sistema di accumulo di energia a volano. In fase di accelerazione,
l’energia così accumulata può ritornare, a seconda della strategia adottata, al
motore-generatore sull’asse anteriore oppure al turbocompressore elettrico.
Toyota ha invece inserito
un motore/generatore sull’asse anteriore che combinato all’unità presente su
quello posteriore fornisce potenza su tutte e quattro le ruote. Risultato. In
fase di decelerazione, il motore/generatore esercita forza frenante e genera
energia che viene trasferita tramite un trasformatore ad un super-condensatore.
In fase di accelerazione, il motore/generatore inverte la sua funzione ed
agisce come motore aumentando la potenza disponibile.
Ancora in gran parte da
scoprire è invece la Porsche 919 Hybrid, ma, conoscendo il patrimonio
tecnologico e la grande tradizione sportiva della Casa di Stoccarda, siamo
certi che anch’essa ci stupirà.
Una cosa è certa: anche
quest’anno ne vedremo senz’altro delle belle!