lunedì 17 febbraio 2014

Ibrido, operazione Le Mans

Mancano ancora alcuni mesi al grande appuntamento di inizio Estate sul circuito di Le Mans, ma i principali contendenti per la vittoria nel Campionato Mondiale Endurance - e soprattutto nella 24 Ore della Sarthe - stanno già affilando le armi in vista del test collettivi di fine Marzo quando per la prima si troveranno tutti e tre uno di fronte all’altro.
Tre. Perché quest’anno nel duello che dal 2011 oppone Audi e Toyota si inserisce anche Porsche che dopo 16 anni assenza torna alle grandi gare di durata con una vettura inedita in grado di puntare alla vittoria assoluta: la nuovissima Porsche 919 Hybrid che approfitta anche di un regolamento tecnico profondamente cambiato rispetto al 2013 per guadagnare rapidamente terreno nei confronti delle più collaudate rivali. Ci riuscirà? Difficile a dirsi.
Le novità introdotte nel regolamento della categoria LMP1 puntano innanzitutto mettere in pista vetture in grado di girare sugli stessi tempi sul giro dell’anno scorso usando meno energia. In breve, ottenere di più con meno. Un approccio decisamente orientato al futuro ed allo sviluppo tecnologico che chiama inevitabilmente in causa la propulsione ibrida. Che tutti e tre costruttori utilizzano in modo molto differente tra loro, rendendo, se possibile, il confronto tecnico e sportivo ancora più intrigante.
Cominciamo dai motori termici. Mentre infatti Porsche propone un inedito 4 cilindri turbo benzina ad iniezione diretta di 2.000 cc, Audi adotta un quasi silenzioso 3.700-V6 turbodiesel e Toyota un 3.400-V8 benzina atmosferico ovvero senza turbocompressore. Niente male, per cominciare, no?
Ma non basta. Osservando un po’ più da vicino le tre vetture scopriamo che per la prima volta il turbocompressore del turbodiesel Audi è collegato ad un dispositivo elettrico che permette di convertire il calore dei gas di scarico in elettricità. Questa passa poi al sistema di accumulo di energia a volano. In fase di accelerazione, l’energia così accumulata può ritornare, a seconda della strategia adottata, al motore-generatore sull’asse anteriore oppure al turbocompressore elettrico.
Toyota ha invece inserito un motore/generatore sull’asse anteriore che combinato all’unità presente su quello posteriore fornisce potenza su tutte e quattro le ruote. Risultato. In fase di decelerazione, il motore/generatore esercita forza frenante e genera energia che viene trasferita tramite un trasformatore ad un super-condensatore. In fase di accelerazione, il motore/generatore inverte la sua funzione ed agisce come motore aumentando la potenza disponibile.
Ancora in gran parte da scoprire è invece la Porsche 919 Hybrid, ma, conoscendo il patrimonio tecnologico e la grande tradizione sportiva della Casa di Stoccarda, siamo certi che anch’essa ci stupirà.
Una cosa è certa: anche quest’anno ne vedremo senz’altro delle belle!


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