mercoledì 4 novembre 2020

Mutazione genetica dell'automotive


Un investimento di ulteriori 500 milioni di dollari nelle telecomunicazioni da parte di un'azienda automotive, leader di settore, può rivelarsi un'interessante cartina di tornasole. 
Da produttori di icone di stile e libertà a fornitori di innovativi servizi per la mobilità. Quelli che oggi potremmo chiamare costruttori tradizionali, sanno bene che nell'automotive è in corso un cambiamento epocale. Lo  scenario tecnologico si evolve con sempre maggiore accelerazione. Semplificando molto, potremmo dire che l'esigenza è di passare velocemente da un approccio hardware ad uno software. I coniugi Toffler, negli anni settanta nel loro libro <Lo shock del futuro> anticiparono che il ritmo del cambiamento sarebbe diventato 
tanto importante quanto il suo contenuto, e in effetti oggi i due aspetti sono di fatto inscindibili. La telefonia mobile, per esempio, può farci sentire invincibili, e tuttavia renderci vulnerabili a nuove patologie come la nomofobia (la paura incontrollata di non avere a portata di mano il proprio cellulare e di rimanere dunque sconnessi dalla rete). Il 58 per cento degli appartenenti alla generazione Y rinuncerebbe al proprio senso dell’olfatto piuttosto che al cellulare: ormai questo dispositivo non rappresenta soltanto la nostra linea di comunicazione con il mondo, ma ci organizza la vita. 
L’ultimo dato in ordine cronologico che ci segnala che la mutazione genetica dell’automotive sta correndo molto veloce lo si trova leggendo in filigrana alcuni dati della finanza, di questi giorni. Nello specifico, quella giapponese.
Il riferimento diretto è a Toyota, che sale 
al 12,7% nel capitale KDDI, numero due della connettività mobile del sol levante, con un investimento di 500 milioni di dollari. 
Non si tratta di una operazione finanziaria speculativa ma di un rafforzamento di una partnership industriale partita nel 2002 ed ora rafforzata per accelerare la ricerca e sviluppo di piattaforme che consentano comunicazioni ottimali tra città, case, persone e automobili man mano che le tecnologie di comunicazione si evolvono, inclusi 5G e 6G. La casa giapponese degli ellissi, che ha come orizzonte di riferimento la città di domani: la Woven City, sembra non aver dubbi sul suo ruolo di “ex costruttore tradizionale”: sarà quello di fornitore di servizi integrati per la mobilità. Anticipatrice di un nuovo paradigma tecnologico? Molto probabile.

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