giovedì 30 maggio 2013

Ibrido pubblico

Un vecchio autobus urbano che ad ogni accelerata soffia nell'aria una nuvola di colore nero. La scena è purtroppo frequente. Ed anche un po’ irritante. Specialmente per tutti quegli automobilisti, troppo spesso indicati come principale causa dell’inquinamento urbano, che devono sottoporre le loro vetture al periodico Bollino Blu, dotarsi di un’auto omologata Euro 5, montare un impianto GPL. E che sono da un lato invitati a non usare l’auto in città e dall'altro incoraggiati a comprare una nuova automobile a propulsione ibrida od addirittura elettrica. Forse, oltre a limitare la circolazione in alcune zone del centro, le amministrazioni pubbliche potrebbero anche dare il buon esempio, invitando le aziende di trasporto pubblico a sostituire progressivamente gli autobus più datati con mezzi moderni e meno inquinanti. In fondo, le soluzioni esistono da tempo.

Anzi, da molto tempo visto che già nel 1986 la svedese Scania ha cominciato ad effettuare una serie di prove di autobus ibridi. In seguito ha presentato 6 diversi prototipi alcuni dei quali, primi al mondo, funzionanti addirittura con carburanti rinnovabili, come l’etanolo, poi sottoposti a prove su strada nel traffico di Stoccolma negli anni 2009-2010. Sulla stessa strada si sono mosse anche Iveco Bus e MAN. Anche i famosi autobus rossi di Londra sono destinati prossimamente a diventare sempre più verdi.
Più silenziosi, puliti ed efficienti nel consumo di carburante rispetto a quelli con motore Diesel, gli autobus ibridi riducono l’inquinamento e le emissioni locali di anidride carbonica di almeno il 30% rispetto agli autobus convenzionali. Forse sarebbe il caso di cominciare a prenderli in considerazione. Se vogliamo davvero abbattere le emissioni nocive nell'ambito urbano, perché non cominciare dai mezzi pubblici anziché da quelli privati?

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