«No ad una città senza motori», afferma
Pierluigi Bonora, promotore di una due giorni di talk show, il 21 e 22 Giugno a Roma, presso la prestigiosa sede della Pontificia Università Lateranense, proprio per
denunciare la crescente vessazione dell’auto condotta su più fronti per nascondere ritardi infrastrutturali e inadempienze
da parte delle istituzioni e per sottolineare come, in questo modo, si siano sviluppate condizioni per spegnere la passione
per le quattro ruote soprattutto tra i più giovani.
Il tema scelto è dichiaratamente provocatorio, dato che l’aspetto relativo alla vessazione economico-fiscale dell’auto è solo una parte del problema del mercato dell’auto.
Il tema scelto è dichiaratamente provocatorio, dato che l’aspetto relativo alla vessazione economico-fiscale dell’auto è solo una parte del problema del mercato dell’auto.
Muoversi
liberamente quando, come e dove si vuole. Questo è stato ciò che sin qui aveva assicurato
il fascino di cui ha sempre goduto l’auto: la possibilità di soddisfare l’innato
bisogno indipendenza.
Viene
stimato che siano 37 milioni le auto considerate circolanti, ma che di fatto restano ferme,
parcheggiate ovunque, sulle strisce
bianche, su quelle blu, sotto casa, in
prima, seconda e terza fila… Sono invece solo 3 milioni quelle in circolazione vera ! Quelle
che poi non ci consentono di muoverci con la fluidità che vorremmo!
E’ fuori
dubbio che guardare ai temi economico/fiscali sia fondamentale ma sottovalutare la questione spazio/mobilità, sarebbe come guardare al dito e non alla
luna che il dito sta indicando.
Se si crede
all’auto e alla sua funzione insostituibile nello scenario della mobilità
individuale è necessario guardare in faccia la realtà, anche la più cruda, individuando
scenari e possibili soluzioni.
Pensare di ritornare a volumi di immatricolazioni annue intorno ai 2 milioni non è realistico nè a breve nè a medio-lungo termine. E’ più probabile la condizione opposta e cioè che si debba fare i conti con volumi più prossimi al milione di pezzi. Basti pensare che a grandi linee del milione e duecentomila vetture stimate per il 2013, quelle immatricolate ai privati sono circa 800.000 di cui, cosa non certo trascurabile, 200.000 quelle così dette “immatricolazioni forzate” a chilometri zero.
Pensare di ritornare a volumi di immatricolazioni annue intorno ai 2 milioni non è realistico nè a breve nè a medio-lungo termine. E’ più probabile la condizione opposta e cioè che si debba fare i conti con volumi più prossimi al milione di pezzi. Basti pensare che a grandi linee del milione e duecentomila vetture stimate per il 2013, quelle immatricolate ai privati sono circa 800.000 di cui, cosa non certo trascurabile, 200.000 quelle così dette “immatricolazioni forzate” a chilometri zero.