martedì 2 luglio 2013

F1: bufera gomme

11 scuderie, 22 vetture, oltre 2.000 pneumatici  usati in 8 gare,  4 pneumatici scoppiati, tutti sul lato posteriore sinistro, a Silverstone.  Paura per la sicurezza e l’incolumità dei piloti ed  immediato rimbalzo di accuse  incrociate più o meno velate tra team schierati pro e contro l’introduzione di nuove soluzioni. I pneumatici, vuoi per le prestazioni, vuoi per aspetti normativi/legali (prove con team non autorizzati a farli) sono già stati oggetto di forti tensioni in tutto l’entourage della F1.
Il consumo degli pneumatici è stata la variabile su cui si era puntato per mantenere alto l’interesse sullo "spettacolo F1", diventato via via sempre più soporifero. E con questa scorciatoia tecnica,  interpretare al meglio i pneumatici, predisporre il migliore assetto della vettura e mettere a punto la strategia dei pit-stop più opportuna è diventato l’assillo di  progettisti e tecnici.
Far lavorare le gomme nel corretto campo di temperature significa disporre della migliore aderenza possibile, senza subire degradi anomali. Se non si riesce a scaldare a sufficienza oppure si scaldano troppo gli pneumatici, la gomma non riesce ad assicurare il necessario grip meccanico, la mescola tende a non “sposarsi” con l’asfalto e tende in generale  a far perdere aderenza alla vettura, favorendo il fenomeno del graining (un riporto di riccioli di gomma grattugiata). Al contrario, nel caso in cui la temperatura della gomma  cresce troppo, la mescola tende a “fondersi” con l’asfalto e distaccandosene però troppo velocemente porta, anche in questo caso, ad un calo di aderenza generalizzato. Una gomma "troppo calda" mostra un battistrada che sembra umido, con un riporto superficiale di gomma sciolta  e con evidenze di vesciche che, scoppiando, formano buchi sul battistrada (blistering). Lo scoppio avviene quando la struttura di un pneumatico non riesce più a resistere alla pressione dell’aria che contiene al suo interno e per la quale  è stata progettata a far fronte. Ora le casistiche di un cedimento sono innumerevoli e Pirelli avrà il suo bel da fare ad analizzare e a studiare il caso per cercare di identificare l’origine del tutto. Solo a titolo di esempio evidenzio però come  una  foratura/danneggiamento “silente”, cioè  con una perdita di aria molto lenta possa generare un incremento delle temperature di esercizio talmente elevato da innescare un cedimento strutturale e quindi lo scoppio dello pneumatico. L'adozione di sensori in grado di monitorare istante per istante la temperatura di tutte le gomme si impone ormai come una scelta obbligata. La coincidenza di 4-5 pneumatici che cedono tutti nella stessa posizione, certamente conferma come  il tracciato di Silverstone metta sotto particolare stress la posteriore sinistra…  e quando tutto è al limite ogni dettaglio può assumere un peso superiore a quello fino a quel momento  assegnato: cordoli, assetto vettura, aspetti strutturali, ecc.
Una cosa è certa, è fondamentale lasciare da parte le polemiche, consentire test  necessari per sviluppare  prodotti  idonei a rispondere sì ad esigenze di spettacolo, ma prioritariamente a quelle della sicurezza. Questo fatto, non deve ammettere dubbi o deroghe, di nessun tipo.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...