11 scuderie,
22 vetture, oltre 2.000 pneumatici usati
in 8 gare, 4 pneumatici scoppiati,
tutti sul lato posteriore sinistro, a Silverstone. Paura per la sicurezza e l’incolumità
dei piloti ed immediato rimbalzo di
accuse incrociate più o meno velate tra
team schierati pro e contro l’introduzione di nuove soluzioni. I pneumatici, vuoi per le
prestazioni, vuoi per aspetti normativi/legali (prove con team non autorizzati a farli) sono già stati oggetto di forti tensioni in tutto l’entourage
della F1.
Il consumo
degli pneumatici è stata la variabile su cui si era puntato per mantenere alto
l’interesse sullo "spettacolo F1", diventato via via sempre più soporifero. E con questa
scorciatoia tecnica, interpretare al meglio i
pneumatici, predisporre il migliore assetto della vettura e mettere a punto la
strategia dei pit-stop più opportuna è diventato l’assillo di progettisti e tecnici.
Far lavorare
le gomme nel corretto campo di
temperature significa disporre della migliore aderenza possibile, senza subire degradi anomali. Se non si riesce a scaldare a sufficienza oppure si
scaldano troppo gli pneumatici, la gomma non riesce ad assicurare il necessario
grip meccanico, la mescola tende a non “sposarsi” con l’asfalto e
tende in generale a far perdere aderenza
alla vettura, favorendo il fenomeno del graining (un riporto di riccioli di
gomma grattugiata). Al contrario, nel caso in cui la temperatura della gomma cresce troppo, la mescola tende a “fondersi”
con l’asfalto e distaccandosene però troppo velocemente porta, anche in questo
caso, ad un calo di aderenza generalizzato. Una gomma "troppo calda" mostra un battistrada che sembra umido,
con un riporto superficiale di gomma sciolta e con
evidenze di vesciche che, scoppiando, formano buchi sul battistrada
(blistering). Lo scoppio
avviene quando la struttura di un pneumatico non riesce più a resistere alla
pressione dell’aria che contiene al suo
interno e per la quale è stata progettata a far fronte. Ora le
casistiche di un cedimento sono innumerevoli e Pirelli avrà il suo bel da
fare ad analizzare e a studiare il caso per cercare di identificare l’origine
del tutto. Solo a titolo di esempio
evidenzio però come una foratura/danneggiamento “silente”, cioè con una perdita di aria molto lenta possa
generare un incremento delle temperature di esercizio talmente elevato da innescare un cedimento strutturale e quindi lo scoppio dello pneumatico. L'adozione di sensori in grado di monitorare istante per istante la temperatura di tutte le gomme si impone ormai come una scelta obbligata. La coincidenza
di 4-5 pneumatici che cedono tutti nella
stessa posizione, certamente conferma come il tracciato di Silverstone metta sotto particolare
stress la posteriore sinistra… e
quando tutto è al limite ogni dettaglio può assumere un peso superiore a quello fino a quel momento assegnato: cordoli, assetto vettura, aspetti strutturali, ecc.
Una cosa è
certa, è fondamentale lasciare da parte le polemiche, consentire test necessari per sviluppare prodotti idonei a rispondere sì ad esigenze di
spettacolo, ma prioritariamente a quelle della sicurezza. Questo fatto, non deve ammettere
dubbi o deroghe, di nessun tipo.