1991 - Opel Astra "catalizzata" |
In questi giorni Opel festeggia un quarto di secolo di
commercializzazione di automobili
catalizzata. Tra l’Estate e l’Autunno del 1989 la Casa di Ruesselsheim (gruppo
General Motors) cominciò ad offrire infatti il convertitore catalitico su tutti
i modelli della sua gamma: un’iniziativa che oggi ci può apparire probabilmente
scontata, ma che all’epoca, quando i distributori di benzina verde erano ancora
rari, era sicuramente da pionieri. Specialmente in Italia, dove a scoraggiare
il pubblico, c’era anche il fatto che la benzina verde costava alla pompa più
di quella convenzionale!
Nondimeno,
nel Novembre 1989, General Motors Italia, adeguandosi probabilmente alle
direttive della casa madre, fu il primo importatore italiano ad offrire senza
sovrapprezzo almeno una versione con convertitore catalitico di ogni modello
della gamma Opel. Questa politica a
favore delle vetture catalizzate rifletteva la posizione d'avanguardia in
materia di contenimento delle emissioni nocive dei gas di scarico che Opel
aveva intrapreso addirittura negli Anni '70 quando, in collaborazione con AC
Rochester e Bosch, aveva iniziato a studiare l'utilizzo della marmitta
catalitica che aveva offerto per la prima volta in Europa nel 1983 sulla Opel
Ascona 1.800. Nel 1991 la nuova Opel Astra, lanciata mercato per sostituire la
Kadett, sarebbe stata disponibile esclusivamente con catalizzatore. I tempi
insomma erano cambiati e tutti noi ce ne stavamo accorgendo.
A cavallo tra la fine degli Anni ’90 e l’inizio degli Anni
’90, General Motors era il maggior produttore di convertitori catalitici. Nel 1988
furono vendute in Germania oltre 200.000 Opel dotate di convertitore catalitico
– un optional che costava fra i 430 ed i 950 Marchi
(220-485 Euro) - un numero superiore a quello di
qualsiasi altra marca automobilistica. Un
anno dopo, il convertitore venne incluso nella dotazione standard delle
vetture.
Poco alla volta la consapevolezza dei
problemi ambientali, l’offerta di sgravi fiscali sulle automobili catalizzate e
la maggiore reperibilità della benzina
verde spinsero tutte le Case automobilistiche a prendere una decisione che da allora ha
contribuito a evitare che miliardi di tonnellate di gas inquinanti penetrassero
nell’atmosfera. Nel 1992 i convertitori catalitici divennero obbligatori
all’interno della UE. Il confronto fra le emissioni inquinanti dei primi
veicoli Euro 0 e la riduzione ottenuta con gli attuali Euro 6 è sconcertante.
Si parla di oltre il 90%!