Motore Wankel |
La Mazda ci riprova. Nel giro di un paio d’anni la Casa giapponese
dovrebbe lanciare un nuovo modello equipaggiato con il motore rotativo Wankel,
riprendendo così la storia di uno sviluppo avviato circa mezzo secolo fa con il
lancio della coupè Cosmo e solo apparentemente abbandonato nel 2011 con
l’uscita di produzione della RX-8. Evidentemente i progettisti giapponesi
ritengono di avere superato i problemi di consumo e di coppia motrice che
tradizionalmente accompagnano il motore a pistone rotante inventato all’inizio
degli Anni Cinquanta dal tedesco Felix Wankel.
Spa 1981 - Mazda RX-7 |
Inizialmente
adottato dalla tedesca NSU che lo adottò sulla Ro80, una berlina a 4 porte, con
cui nel 1968 vinse tra l’altro il premio Auto dell’Anno e quindi dalla Mercedes
che tra dal 1962 al 1970 Mercedes realizzò una decina di prototipi tra cui le
famose C111 plurirotore (ed una speciale 350 SL Quadrirotore che lo stesso
Wankel guidò tutti i giorni) il motore Wankel ha poi trovato i suoi maggiori
estimatori in Giappone dove Mazda ne fatto quasi il simbolo del suo marchio.
All’accordo, siglato a metà degli Anni ’60, ha fatto seguito la realizzazione
di numerosi prototipi ed una produzione in serie di circa 2 milioni di
esemplari.
In
questo periodo non sono mancate neppure numerose affermazioni sportive,
culminate nelle vittorie alla 24 Ore di Francorchamps del 1981 con una Mazda
RX-7 pilotata da John Walkinshaw e Pierre Dieudonnè e soprattutto alla 24 Ore
di Le Mans del 1991con la Mazda 787B di Johnny Herbert, Bertrand Gachot e
Volker Weider. Ma neppure questo è stato sufficiente per imporre l’idea
dell’ingegnere tedesco presso l’industria automobilistica mondiale.
Solo la
Mazda ha continuato imperterrita a credere nell’idea di un motore a scoppio
senza pistoni, né bielle. Un motore semplice e compatto nel quale una specie di
camma (il rotore) ruota all’interno di una camera chiamata statore, producendo
il movimento necessario per fare girare le ruote. Un motore formato da pochi
pezzi. Leggero, compatto, abbastanza silenzioso. Con poche vibrazioni. Ma
soprattutto in grado di garantire una maggior rendimento e minori consumi a
parità di potenza rispetto ai tradizionali propulsori alternativi.
Perché accantonarlo
allora? Più che la carenza di coppia motrice ai bassi regimi, a frenarne lo
sviluppo è stata una serie di problematiche e complessità legate alla sua
costruzione ed alla sua messa a punto. Problematiche e complessità che non
hanno certo frenato l’impegno della giapponese Mazda, che da 40 anni ne porta
avanti lo sviluppo introducendo soluzioni come la doppia accensione e la
sovralimentazione.