Jarno Trulli |
«La Formula E raggiungerà la Formula 1» dice convinto Jarno Trulli (40 anni, 252 gran premi di F1 in 15 stagioni
ad alto livello). Il parere, ci si
consenta, è un po’ di parte visto che l’abruzzese parteciperà al campionato mondiale
monomarca riservato a vetture monoposto a propulsione 100% elettrica come
pilota in un suo team (ha rivelato l’opzione dell’inglese Drayson) e che
quindi, come è logico e comprensibile, tira l’acqua al suo (nuovo) mulino.
E’ vero. Indici
televisivi e indagini di mercato ci dicono che la Formula 1 non vive un momento
esaltante. Ma questa, si sa, non è una novità. Sono lontani i tempi dei duelli
tra Prost, Piquet, Mansell e Senna. Così come tra Lauda e Hunt. Per non parlare
di quelli tra Jim Clark e Graham Hill. Il fatto è che in Formula 1 mancano – da
molto tempo, ahinoi! – i campioni del
volante, i cavalieri del rischio capaci di regalarci emozioni e di sorprenderci
in pista e fuori con sorpassi mozzafiato e dichiarazioni ad effetto. Gente di
carattere insomma delle quali da tempo si è persa la traccia. Di qui la crisi
della massima formula internazionale. Al grande pubblico poco importa se le
monoposto in gara sono fatte così o cosà e quanti pneumatici possono usare, ma
si avvicina e segue le competizioni automobilistiche per lo spettacolo che sono
in grado di offrire: le americane IndyCar e NASCAR insegnano. E poi c’è la 24
Ore di Le Mans che coniuga mirabilmente spettacolo, tradizione, fascino e
ricerca tecnologica.
Perché se al grande
pubblico interessa soprattutto l’aspetto sportivo, la fascia più appassionata e
competente guarda sicuramente con interesse anche a quello tecnico. Ed qui che
la nuova Formula E può avere una sua ragione di essere, dimostrando che la
propulsione elettrica non è destinata ad essere patrimonio esclusivo delle
citycar. In fondo, a quanto racconta chi ha provato la nuova monoposto Spark-Renault
SRT_01E, se è pur vero che la potenza del motore elettrico e di soli 270 CV (200 kW), la coppia motrice e le doti di
accelerazione sono già paragonabili a quelle delle Formula 1 attuali. Peccato
che portare a termine una corsa non basterà cambiare i pneumatici, ma salire su
una seconda monoposto, visto che le batterie non sono in grado di coprire tutta
la distanza di gara.
Allora, la Formula E raggiungerà
la Formula 1? Forse, ma con calma. Probabilmente con molta calma.