giovedì 11 settembre 2014

C’è anche Mahindra Racing nel “mondiale elettrico”

Dieci corse su altrettanti circuiti cittadini di tutto il mondo, 20 piloti di fama internazionale, 10 squadre superprofessionali e soprattutto 40 monoposto a propulsione 100% elettrica: questa la scheda del campionato mondiale di Formula E che prende il via nel week-end del 13-14 Settembre sulle strade di Pechino. Mahindra Racing è uno dei protagonisti di questa serie di  competizioni con due piloti che vantano anche qualche esperienza in Formula 1: l’indiano Karun Chandok ed il brasiliano Bruno Senna, nipote Del pluri-iridato Ayrton.

L’obiettivo di Dilbagh Gill, responsabile del programma, è ambizioso: un posto tra i primi tre nella prima gara del campionato. «Penso che dovremmo essere sicuramente tra i protagonisti della gara di Pechino. Negli ultimi mesi ci siamo posti un certo numero di obiettivi, preparando il team ed imparando il più possibile su questa nuova tecnologia. Credo che ci siamo riusciti e che abbiamo una base di partenza davvero buona. Andiamo in Cina in buona forma. Non vedo alcuna area dove ci manca qualcosa od in cui avremmo dovuto fare di più».
Il rapporto tra Chandhok e Senna è già consolidato (sono stati compagni di squadra in HRT nel 2010 ). «Bruno e Karun si sono ambientati davvero bene nel team e sembra che lavorino molto bene sia tra di loro che con la squadra. Penso che abbiano anche già iniziato a capire la macchina, la monoposto Spark-Renault SRT_01E , frutto della collaborazione di numerose aziende del settore come Renault, Dallara, McLaren, Williams e Michelin. Li puoi sentire che parlano un sacco di parti elettriche, piuttosto che usando quei termini che senti di norma quando parlano due piloti. Ora parlano di stato delle batterie, ricarica, quindi penso che si stiano abituando sempre di più e questo significa che con il loro feedback potranno contribuire molto bene al lavoro degli ingegneri».
La propulsione elettrica non è del resto una novità per Mahindra. «La decisione di partecipare ad una serie di competizioni per monoposto a propulsione completamente elettrica che vuole essere una sorta di palestra tecnologica della mobilità sostenibile non è assolutamente casuale» ricorda Angelantonio Molfetta, amministratore delegato di Mahindra Europe. «Nel 2010 il gruppo Mahindra ha assunto il controllo della società REVA Electric Car Company (l’odierna Mahindra Reva Electric Vehicles) che produce la city car E2O e collabora con importanti industrie di tutto il mondo per lo sviluppo della propulsione elettrica applicata all’automobile»
Mahindra E2O è l’espressione finale di un più articolato approccio della Casa indiana ad una mobilità più sostenibile che comprende anche lo stabilimento dove viene prodotta e le fonti energetiche necessarie per farlo funzionare. La sigla E2O sta infatti per “E come energia solare, 2 rappresenta la connettività e O come ossigeno” ovvero energia solare (un’energia pulita e largamente disponibile) a favore dell’ossigeno che è l’elemento chimico alla base della vita sul nostro pianeta senza dimenticare la tecnologia che caratterizza i nostri tempi e che permette di essere connessi anche con il centro assistenza. Non solo quindi la vettura funziona al 100% ad energia elettrica, ma anche la fabbrica modello di  Bengaluru, dove essa viene prodotta,  utilizza prevalentemente energia solare per produrre l’elettricità ad essa necessaria, ricicla l’acqua piovana, usa luci LED a bassissimo consumo, sistemi di areazione naturali e tanti altri accorgimenti che riducono di molto l’impatto ambientale.

Una particolarità di Mahindra E2O è rappresentata dalla  nuova generazione di batterie agli ioni di litio utilizzate che consentono un’autonomia di 100 chilometri (adatta cioè alla quotidiana mobilità urbana) che possono essere completamente ricaricate ad una normale presa di corrente domestica a 15 Ampere. Assolutamente rivoluzionario è inoltre il sistema anti-panico Revive che, in caso di esaurimento della carica delle batterie, permette al guidatore di accedere via SMS ad una centrale operativa che in remoto attiva una riserva energetica nascosta, presente sulla vettura.
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