In Bosch (e probabilmente non
solo dalle loro parti) sono convinti motori a combustione interna resteranno anche
in futuro la base di una mobilità efficiente. Anche tra dieci anni la maggior parte dei nuovi veicoli in tutto il
mondo sarà alimentata a combustibili fossili.
In tale contesto in Italia
la motorizzazione Diesel resta la più gettonata. Oltre il 55% delle vetture di
nuova immatricolazione nel nostro Paese (dato riferito al primo trimestre del
2015) sono state Diesel. Questo grande successo è imputabile sostanzialmente al
fatto che questa alimentazione garantisce bassi consumi, contenute emissioni e
piacere di guida. Se poi parliamo di SUV e di grandi berline, iil Diesel ha praticamente
il monopolio in quando fornisce approssimativamente il 40% di coppia in più
rispetto al suo corrispettivo a benzina, cosa che si traduce in una guida più
piacevole specialmente nelle vetture con una massa importante. In termini di
economia dei consumi, un Diesel ha un’efficienza del 25% superiore rispetto ad
un benzina. Sono già disponibili in serie autovetture compatte alimentate a gasolio
con un consumo medio di 3,6 litri di carburante per 100 chilometri.
Il progresso tecnologico
del Diesel è tutt’altro che terminato. Bosch si aspetta nei prossimi anni un
ulteriore contenimento dei consumi e delle emissioni fino al 20%. Questo è dovuto principalmente ai
più severi limiti che saranno introdotti: Europa, Stati Uniti e Cina che alzeranno
i requisiti di legge per l'efficienza del motore: a partire dal 2021, le auto
di nuova immatricolazione nell'Unione Europea avranno un tetto di emissioni di CO2 pari a 95
g/km. La motorizzazione Diesel è indispensabile per rispettare questi limiti
stringenti.
L’elettrificazione delle
vetture porterà ulteriori miglioramenti anche ai motori Diesel in quanto si
traduce in una riduzione delle emissioni di ossido di azoto rendendo il
trattamento dei gas di scarico ancora più efficiente. La proposta Bosch si
chiama BRS (Boost Recuparation System), un nuovo sistema di recupero a 48 Volt che genera
una spinta supplementare che può ridurre considerevolmente le emissioni non
trattate di ossido di azoto, in particolare in fase di accelerazione o di
spunto.
Parallelamente, il motore Diesel
diventerà più ecologico in termini di emissioni sia di ossidi di azoto sia di
particolato. Dall'introduzione della normativa Euro 1 nel 1993, le emissioni
prodotte dal traffico stradale si sono drasticamente ridotte. Lo sviluppo
tecnologico ed i nuovi prodotti hanno permesso di contenere le emissioni di
sostanze come CO2, ossidi di azoto e particolato. Infatti, dal 1990, le
emissioni di particolato dei motori Diesel sono state ridotte di circa il 97%,
mentre quelle relative agli ossidi d'azoto, rispetto ai limiti imposti
dall’Euro 3, sono state abbassate del 84%. Da 1 Gennaio 2015 poi tutti i veicoli di nuova immatricolazione devono
essere conformi ai limiti previsti dalla norma Euro 6 con l’introduzione della
quale i motori Diesel hanno praticamente gli stessi limiti di emissione di
quelli a benzina.
L’ingegneria rivolge la sua
attenzione alle emissioni reali di guida Oltre
alle normative sulle emissioni vigenti, gli ingegneri si concentrano sempre di
più sulle emissioni reali di guida. L'Unione Europea sta discutendo se
introdurre test delle emissioni a partire dal 2017. Questo metodo di misurazione
per vetture Diesel si concentra principalmente sulle emissioni di ossido di
azoto e monossido di carbonio nelle situazioni di guida reali.