martedì 15 settembre 2015

Auto di proprietà (purchè ecosostenibili) per il 90% dei “millennial”

Il successo del car-sharing non tragga in inganno. I giovani europei della Generazione Y (ovvero quelli nati fra il 1980 ed il 2000) vedono ancora l’auto di proprietà al centro del futuro loro modello di mobilità sostenibile. E’ quanto rivela una recente ricerca di mercato effettuata da Goodyear insieme a ThinkYoung, su un campione di oltre 2.500 studenti universitari di scienze, ingegneria, arte, design e matematica, di età compresa fra i 18 e i 30 anni.
La maggior parte degli intervistati (59,3%) prevede infatti che nei prossimi anni la grande sfida dell’industria automobilistica sarà costruire veicoli dotati di tecnologie rispettose dell’ambiente, orientate all’efficienza e alla riduzione dei consumi.

I giovani infatti non vogliono rinunciare all’auto di proprietà: l’85% degli intervistati europei ha espressamente dichiarato che tra 10 anni sarà proprietario di un’automobile. Questa aspirazione tra gli studenti italiani è ancora più forte, tanto da raggiungere il 90% delle preferenze (con il car-sharing che si conferma comunque un servizio essenziale per il 65,5%).
Forse proprio per questo motivo, le aspettative sono chiare. I giovani chiedono un impegno concreto al comparto automotive, ma anche ai governi dei loro Paesi affinché siano prodotte normative a supporto di questa visione.
Le priorità individuate dai giovani italiani per il prossimo decennio sono costruire veicoli efficienti nella gestione del carburante (24,1%), dotati di “smart intelligence” (17,1%) e  di pneumatici adattativi e rispettosi dell’ambiente (18,1%). La maggior caratteristica richiesta ai pneumatici è proprio quella di ricevere maggiori “informazioni” durante la guida: un sensore che indichi la necessità di cambiare una gomma o segnali un guasto è per il 41,6% degli italiani la prima richiesta seguita dalla necessità di efficienza sui consumi anche in relazione all’ambiente ed alle condizioni meteorologiche (28,6%). Sempre in ottica di diminuzione delle emissioni di CO2, risultano significative le proposte di costruire gomme che creino energia per l’auto (28,2%) e che siano completamente biodegradabili (25,5).
«I giovani europei non vogliono passare alla storia come una generazione che è rimasta a guardare» dichiara Jean-Pierre Jeusette, direttore generale del Centro di Innovazione Goodyear in Lussemburgo. «Le pressioni sull’ambiente continuano ad aumentare ed i giovani si aspettano che l’industria automobilistica e quella dei pneumatici siano in prima fila per trovare soluzioni alla sfida della riduzione delle emissioni. In Goodyear, continuiamo a investire per soddisfare le esigenze dei consumatori attuali e future. Per questo motivo abbiamo invitato questa generazione a condividere con noi la sua visione della mobilità sostenibile. Il nostro obiettivo è quello di offrire pneumatici efficienti in grado di ridurre i consumi e le emissioni di CO2, permettendo anche un risparmio economico per i consumatori».
Un altro ambito di interesse per l’industria automobilistica e IT è quello delle vetture senza guidatore sulle quali gli operatori stanno lavorando ed investendo. Dalla ricerca emerge però che la maggior parte degli intervistati (77,7%) preferirebbe che la guida autonoma fosse media o limitata ad alcune funzione base. A determinare questa preferenza, la scarsa fiducia nell’affidare la guida completamente alla tecnologia, il costo ed una minore protezione della propria privacy.
Quando è stato chiesto ai giovani europei quali fossero le sfide dell’industria automobilistica e dei sistemi di trasporto, solo il 27% degli intervistati considerano una priorità l’investimento nei mezzi di trasporto pubblici. Questo valore in Italia è molto più alto e tocca il 41,8% segnando una forte discontinuità rispetto agli altri Paesi.
Non a caso gli italiani si dimostrano anche molto sensibili dal punto di vista legislativo: oltre all’incentivo all’uso dei trasporti pubblici (43%), sono infatti ritenuti fondamentali la fissazione di criteri di emissioni di CO2 (il 42,5%) e l’adozione di veicoli efficienti dal punto di vista dei consumi (37.5%).

«Se da un lato guardano alla “leadership” dell’industria, sono anche fortemente consapevoli che è necessario un intervento dei governi sotto forma di incentivi e regolamenti per accelerare i processi di adozione di soluzioni più sostenibili» dice Jeusette. «Ad esempio, il recente regolamento sull’etichettatura europea dei pneumatici ha introdotto un importante cambiamento nell’industria, promuovendo una maggiore innovazione e un miglioramento della tecnologia dei pneumatici».
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