Prendiamo ad esempio l’auto. Si sa che inquina, ma la libertà di movimento che ci dovrebbe assicurarci (pura illusione, data la perenne congestione del traffico) non ci fa rinunciare al suo utilizzo.
Ora, assodato che l’auto inquina e che quindi sono indiscutibilmente auspicabili soluzioni di mobilità alternativa a minore impatto ambientale, è bene però capire di che cosa stiamo parlando quando si discute dell’inquinamento prodotto dalle stesse. Non vuole essere una difesa d’ufficio dell’auto, ma semplicemente una presa di coscienza della scala dei problema. Se, in valore assoluto, i dati spesso forniti dalle autorità si possono anche ritenere corretti, per capire quali siano veramente le azioni prioritarie da mettere in campo per contribuire alla soluzione del problema è invece necessario disporre sempre di un adeguato riferimento. In questo modo, non è difficile scoprire come, per ergersi paladini dell’ambiente sia più semplice far blaterare, a livello locale , di inquinamento e far strombazzare l’adozione di misure come “le targhe alterne”, piuttosto che darsi da fare per regolamentare le aree veramente responsabili dei grandi livelli di inquinamento.
Una di queste, è ben risaputo essere quella del settore navale. Ecco alcuni dati che dovrebbero far riflettere.
- Il 90% delle merci viaggia per mare
- Sono 60.000, le navi in costante navigazione
- Il 30% delle navi passa per il Mediterraneo
- I motori delle navi sono molto voraci e progettati per bruciare qualsiasi tipo di carburante: dalla benzina, ai combustibili di scarto.
- Una nave consuma oltre 200 tonnellate al giorno di carburante, quindi è conveniente far bruciare gli scarti, quelli a più basso costo. Si tratta di prodotti che rilasciano nell’atmosfera residui incombusti altamente inquinanti, con un’elevata percentuale di zolfo. Si parla di 3000/3500 ppm (parti per milione, unità di misura adimensionale che indica un rapporto tra quantità misurate omogenee di un milione a uno).
- Per avere un parametro di riferimento, per un’auto europea il limite accettato è di 15 ppm.
- E’ stato calcolato che una nave emette una quantità di zolfo pari a 50.000.000 di automobili
- Le prime 20 più grandi navi, oggi in esercizio, emettono inquinanti di zolfo più di tutto il parco auto circolante del pianeta.
- La nave assicura, in assoluto, il più basso costo di trasporto delle merci. Questa realtà ha fatto sì che il mondo intero oggi venga considerato come unica fabbrica.
Ecco che, mentre il settore dell’auto è costantemente sotto i riflettori della ribalta, sotto un costante controllo delle autorità competenti e quindi oggetto di normative sempre più stringenti, il trasporto marittimo opera in una quasi totale assenza di normative "ambientali", salvo qualche eccezione virtuosa, imposta dall'auto ! E' stata infatti Toyota a volere per prima che le sue auto Ibride fossero trasportate con navi a minor impatto ambientale e nello specifico che fossero dotate anche loro di un propulsore Diesel-ibrido. Come prassi, invece, le grandi navi vengono lasciate libere di inquinare, senza alcun limite. E questo avviene di comune accordo, più o meno tacito, tra tutti gli attori del sistema, in nome dello sviluppo del “sacro mercato globale”.
Così ci capita di pagare pochi euro per una maglietta, magariassemblata in India, fatta di cotone proveniente dalla Cina, con i bottoni prodotti in Corea e con una zip fatta in Indonesia. Un prezzo stracciato, probabilmente reso possibile non dal basso costo della mano d’opera dei singoli paesi, ma principalmente dal basso costo del trasporto delle merci. Alla faccia della salute del pianeta e dei suoi abitanti! Cui prodest ?
Così ci capita di pagare pochi euro per una maglietta, magariassemblata in India, fatta di cotone proveniente dalla Cina, con i bottoni prodotti in Corea e con una zip fatta in Indonesia. Un prezzo stracciato, probabilmente reso possibile non dal basso costo della mano d’opera dei singoli paesi, ma principalmente dal basso costo del trasporto delle merci. Alla faccia della salute del pianeta e dei suoi abitanti! Cui prodest ?