Un’invenzione dell’età vittoriana trova una nuova applicazione nel XXI
secolo. In Gran Bretagna, Nissan ha adottato una tecnologia di quasi 200 anni
fa per creare un sistema in grado di ridurre le distrazioni dovute all’uso dei
telefoni cellulari durante la guida. Il fascino di questa soluzione sta nella
sua semplicità. Il sistema Nissan Signal Shield, attualmente in fase di
prototipo, è uno scomparto all’interno del bracciolo del modello Juke che
sfrutta il principio della Gabbia di Faraday. Se il guidatore decide di mettere
il cellulare in questo scomparto e chiude il coperchio, Nissan Signal Shield
crea una “zona di silenzio” bloccando tutti i segnali in entrata e in uscita
dallo smartphone, incluse le connessioni Bluetooth e Wi-Fi. L’idea è quella di
lasciare all’automobilista la libera scelta di eliminare le distrazioni causate
da sms, notifiche dei social media e messaggi delle app che ogni giorno “bombardano”
i nostri smartphone.
Il problema è rilevante, poiché secondo il Royal Automobile Club britannico)
il numero di persone che ammette di usare il cellulare durante la guida è
salito dall’8% nel 2014 al 31% nel 2016. Sempre più spesso gli utenti cedono
alla tentazione di controllare i messaggi e le notifiche del telefono anche
quando sono al volante. Lo conferma una ricerca della stessa Nissan,
evidenziando che quasi un automobilista su cinque (18%) dice di aver inviato
sms durante la guida.
Il sistema Nissan Signal Shield consente al guidatore di scegliere se rimanere
online e raggiungibile, sfruttando la connettività di bordo, oppure se
disconnettersi temporaneamente, optando per una parentesi di “digital detox”,
libera dalle distrazioni del mondo digitale. Quando è inserito nello scomparto,
il telefono resta connesso via cavo tramite le porte USB o Aux all’impianto
audio di bordo ed è quindi possibile ascoltare musica od i podcast memorizzati
sul dispositivo. Per ripristinare la connettività wireless del telefono, è
sufficiente aprire il bracciolo del veicolo (un’operazione che si compie
facilmente, senza staccare gli occhi dalla strada né toccare il telefono) e lo
smartphone si ricollega alla rete mobile e al Bluetooth di bordo.
Il sistema sfrutta il principio della gabbia di Faraday: un contenitore
realizzato con un materiale conduttore, ad esempio una rete metallica, che
blocca i campi elettromagnetici. Fu inventato intorno al 1837 dallo scienziato
inglese Michael Faraday. Quando un dispositivo elettronico, come uno
smartphone, viene posto all’interno del contenitore, tutti i segnali
elettromagnetici in ingresso – inclusi quelli delle comunicazioni cellulari ed
i dati Bluetooth – sono distribuiti sulla superficie del conduttore esterno che
scherma la gabbia, impedendo loro di raggiungere il telefono.