Mercato dell’auto in crescita sì, ma moderata, con una previsione del 2,2% annuo fino al 2025. In testa la Cina con il 4% di crescita annuale e 10 milioni di veicoli tra 2017 e il 2025, contro un’Europa che cresce dell’1,6% annuo, trainata dall’Est Europa. È quanto emerge dal Global Automotive Outlook 2018, lo studio annuale sull’industria dell’automobile di AlixPartners. L’era dell’auto elettrica è sempre più vicina. Lo studio prevede una penetrazione di veicoli elettrici e ibridi plug-in al 20% nel 2025, a discapito di alimentazioni a benzina tradizionali e soprattutto Diesel di piccole e medie dimensioni.
La svolta verso alimentazioni alternative si estende dalle vetture passeggeri ai veicoli commerciali leggeri e pesanti, dove alimentazioni a gas, gas e diesel – in cui l’Italia ha una posizione di leadership tecnologica - ed elettriche a fuel cell sono previste al 10% già nel 2025. “Per gestire l’elettrificazione del settore, l'industria automobilistica sarà costretta a investire 255 miliardi di dollari nei prossimi 8 anni in tutto il mondo. Mediamente 10 volte di più di quanto non abbia fatto negli ultimi 8 anni. I costruttori globali avranno l’onere e l’onore di rappresentare il 72% di questi investimenti. Non ci sono dubbi che questo continuerà a pesare sui margini di profitto" spiega Giacomo Mori, Managing Director di AlixPartners in Italia. Cruciale anche il fattore costi e disponibilità delle materie prime necessarie per la costruzione delle batterie: se gli incrementi di costo dell’ultimo anno continuassero (+130% per cobalto e +28% per nickel), sarebbe davvero difficile raggiungere l’equilibrio economico dei 100 USD/kWh di costo, necessario per una diffusione di massa. Senza contare che la sola industria dell’auto potrebbe assorbire l’intera offerta di cobalto e nickel già a partire dal 2026/2028.Altro aspetto determinante è lo sviluppo delle infrastrutture in Europa, Italia inclusa .
Questo richiederà capitali privati, che a loro volta richiederanno ritorni sugli investimenti, e la necessità di un maggiore utilizzo delle colonnine di ricarica già esistenti, per evitare di aumentare il prezzo dell’energia alla colonnina, rendendo poco competitivo l’elettrico.I nuovi lanci di vetture elettriche e plug in: più di 200 nei prossimi 3 anni sono in buona parte di costruttori cinesi (circa un lancio su 3). In questo contesto, l’Italia appare molto lontana sia dalla media europea che da quella tedesca. Renault – Nissan, Daimler - Mercedes e Tesla hanno il peso più rilevante nel paese: sono le loro vetture a percorrere i due terzi dei nuovi KM elettrici immessi sulle strade italiane.
La svolta verso alimentazioni alternative si estende dalle vetture passeggeri ai veicoli commerciali leggeri e pesanti, dove alimentazioni a gas, gas e diesel – in cui l’Italia ha una posizione di leadership tecnologica - ed elettriche a fuel cell sono previste al 10% già nel 2025. “Per gestire l’elettrificazione del settore, l'industria automobilistica sarà costretta a investire 255 miliardi di dollari nei prossimi 8 anni in tutto il mondo. Mediamente 10 volte di più di quanto non abbia fatto negli ultimi 8 anni. I costruttori globali avranno l’onere e l’onore di rappresentare il 72% di questi investimenti. Non ci sono dubbi che questo continuerà a pesare sui margini di profitto" spiega Giacomo Mori, Managing Director di AlixPartners in Italia. Cruciale anche il fattore costi e disponibilità delle materie prime necessarie per la costruzione delle batterie: se gli incrementi di costo dell’ultimo anno continuassero (+130% per cobalto e +28% per nickel), sarebbe davvero difficile raggiungere l’equilibrio economico dei 100 USD/kWh di costo, necessario per una diffusione di massa. Senza contare che la sola industria dell’auto potrebbe assorbire l’intera offerta di cobalto e nickel già a partire dal 2026/2028.Altro aspetto determinante è lo sviluppo delle infrastrutture in Europa, Italia inclusa .
Questo richiederà capitali privati, che a loro volta richiederanno ritorni sugli investimenti, e la necessità di un maggiore utilizzo delle colonnine di ricarica già esistenti, per evitare di aumentare il prezzo dell’energia alla colonnina, rendendo poco competitivo l’elettrico.I nuovi lanci di vetture elettriche e plug in: più di 200 nei prossimi 3 anni sono in buona parte di costruttori cinesi (circa un lancio su 3). In questo contesto, l’Italia appare molto lontana sia dalla media europea che da quella tedesca. Renault – Nissan, Daimler - Mercedes e Tesla hanno il peso più rilevante nel paese: sono le loro vetture a percorrere i due terzi dei nuovi KM elettrici immessi sulle strade italiane.