Aggiungere il suono a un veicolo elettrico, che è silenzioso per natura e quindi virtuoso dal punto di vista dell’ecologia sonora, può sembrare paradossale. Ma è una questione di sicurezza. Senza un avvertimento sonoro esterno, i pedoni non sentirebbero arrivare i veicoli elettrici che circolano a bassa velocità. Anche i conducenti stessi d’altronde esprimono l’esigenza di essere udibili in qualsiasi circostanza e soprattutto in città. Questo alert, noto come VSP (Vehicule Sound Pedestrian o avvertimento acustico per i pedoni), è obbligatorio per i veicoli elettrici e pertanto rientra nei loro parametri di sviluppo. Se la priorità è “avvertire rassicurando”, le sfide del sound design aprono molte altre opportunità e strade appassionanti.
Fin dai primi prototipi elettrichi Renault si è imposta come pioniere dello sviluppo di un VSP specifico. Ma il progetto si è concretizzato nel 2012, con la versione di serie di Zoe il cui suono di alert doveva voler dire sono elettrica, sono all’avanguardia, sono una Renault. Ma ci voleva un suono che fosse anche connesso a Renault e ai suoi valori positivi, focalizzato sull’essere umano, un suono che rispecchiasse l’identità della Marca da poter estendere successivamente a tutti gli altri modelli elettrici Renault. «L’idea è naturalmente quella di avvertire i pedoni senza spaventarli! Associando positivamente questo alert al veicolo elettrico e alla Marca Renault.» spiega Laurent Worms . responsabile della Strategia Audio del Gruppo Renault.
Oggi Renault sta preparando una nuova generazione di modelli elettrici, che deriveranno in particolare dalle showcar Mégane eVision e R5 Prototype. Si tratta di continuare la storia e di inventare per loro il suono esterno del futuro. Un suono che sia sviluppato, proprio come i primi, negli studi e nei laboratori insonorizzati di IRCAM (Istituto di Ricerca e Coordinamento Acustica/Musica) di Parigi e del suo team di ricerca Percezione e Sound Design.
Il lavoro sul sound design all’interno dell’abitacolo si focalizza su tre grandi famiglie di suoni. I suoni cosiddetti “normativi”, che informano o avvertono, come gli indicatori di direzione e l’alert di cintura non allacciata; i suoni dei dispositivi di assistenza alla guida, come il sensore di retromarcia e l’alert per il superamento della linea di carreggiata; e infine i suoni cosiddetti “multimediali”, che corrispondono alle azioni effettuate sul display centrale.
Il sound design è un lavoro di squadra. Richiede visione e tecnicità, pazienza e cura dei dettagli e mette insieme vari dipartimenti del gruppo Renault tra cui Prodotto, Design ed Ingegneria, coinvolgendo al tempo stesso anche partner ed esperti esterni per giungere alla creazione di un VSP. Questo ci dà l’occasione di ricordare che la collaborazione tra il gruppo Renault e IRCAM è iniziata nel 1994, molto prima che Renault optasse per i veicoli elettrici come scelta per il suo futuro nel settore automotive. Intanto, sembra che questo legame storico abbia, a volte, svelato vere e proprie vocazioni: Laurent Worms ed altri collaboratori si sono fatti le ossa all’IRCAM prima di entrare a far parte di Renault per lavorare nel settore all’avanguardia dell’acustica applicata.
Per i suoni dei futuri modelli elettrici Renault, bisognava mantenere il legame storico con le creazioni precedenti, pur evolvendosi. IRCAM vanta un know-how nella ricerca fondamentale, nell’acustica, nella musica e nel suono che è particolarmente apprezzato per questo tipo di applicazione industriale e i suoi numerosi vincoli. Il lavoro è potuto cominciare sotto la guida di Nicolas Misdariis, direttore della Ricerca e responsabile del team Percezione e Sound Design, e di Andrea Cera, compositore e sound designer che tra le altre cose collabora con lo stesso team da diversi anni sulle problematiche del sound design per il settore automobilistico.
La prima fase di un progetto di questa portata consiste nel capire i requisiti industriali dal punto di vista tecnico ed ergonomico, ma anche funzionale e relativo all’identità di marca. In altri termini, bisogna rispondere alla domanda: quale personalità è richiesta ed auspicata per il suono esterno? Il lavoro di trasmissione di questi dati iniziali avviene mediante sessioni di briefing sulle varie dimensioni basandosi su supporti come parole, immagini, ma anche riferimenti sonori e persino suoni, che esprimono, ognuno a modo suo, le emozioni e le suggestioni a cui puntare nel futuro lavoro di progettazione del suono.
Successivamente bisogna tradurre le intenzioni espresse producendo materiali sonori servendosi di strumenti e suoni reali (registrati) oppure sintetizzandoli ex novo al computer, applicando le regole armoniche fondamentali. Si sa, ad esempio, che un accordo maggiore o consonante potrà creare, meglio di qualsiasi altro, una sensazione di pace e gioia… mentre una dissonanza, per quanto lieve, su questo tipo di accordo provocherà immediatamente una tensione… mettendovi in uno stato di allerta! Una dicotomia necessariamente interessante per un suono come un VSP.
Il sound designer fa una composizione con questi materiali sonori mixandoli armoniosamente. Vengono poi i ritmi e le modulazioni che consentono di integrare uno dei componenti fondamentali del VSP che è l’interattività sonora, adattandosi ai movimenti del veicolo e contribuendo così a progettare un suono vivo, unico e dinamico, espressione dell’identità di marca. Dopo le fasi di ricerca, cominciano a delinearsi diverse direzioni e proposte. A questo stadio, non mancano mai le domande e persino i dubbi. Si rischia di costruire le valutazioni basandosi sui propri gusti. Questo è il primo ostacolo. L’altra trappola consiste nel cercare a tutti i costi di conciliare tutti i pareri… inevitabilmente inconciliabili. Pertanto, il ruolo del manager responsabile della customer experience sonora è garantire la coerenza definita a monte dal team difendendola per l’intera durata del progetto. Infine, quando la decisione è presa, è fondamentale che l’azienda faccia proprio il carattere forte - e anche dibattuto - del suono prescelto per esprimere la sua identità. È la condizione sine qua non per un suono distintivo e destinato a durare nel tempo. È l’approccio adottato da Renault.
L’ultima parola spetta a Laurent Worms. «Il mio sogno è che la firma sonora delle future Renault elettriche susciti un’emozione simile alla scia di un profumo seducente, contribuendo ad una migliore ecologia sonora per le città del futuro».