domenica 20 ottobre 2013

Una corretta pressione di gonfiaggio è il primo piccolo passo verso la sicurezza

Secondo alcuni studi internazionali, 8 automobilisti su 10 viaggiano con pneumatici sgonfi, sprecando oltre 100 £uro l’anno di carburante ed emettendo 144 kg in più di CO2, e circa il 16% degli incidenti stradali che si verificano in Europa sono imputabili ad una pressione di gonfiaggio non conforme. E’ pensare, almeno per il momento, l’aria, è ancora una delle poche cose che gli automobilisti non devono pagare. Eppure sono davvero pochi quelli che fanno controllare periodicamente (ogni quindici giorni, raccomandano i fabbricanti) la pressione di gonfiaggio dei pneumatici.

Qualche attenuante però a quanto pare ce l’hanno anche gli automobilisti se, come ci dice una recente indagine condotta dall’Automobile Club d’Italia e da SicurAuto.it, il 90% dei manometri nelle stazioni di servizio urbane, extraurbane ed autostradali non funziona o comunque presenta un grande margine di errore ai fini della sicurezza. Su 298 apparecchi controllati con un tour di 3.051 chilometri, il 39% lascia gli pneumatici pesantemente sgonfi pur indicando una pressione conforme a quella indicata sul libretto di manutenzione dell’auto, mentre il 36% li gonfia più del dovuto. Solo il 10% del campione esaminato è preciso e affidabile. La diffusione maggiore di dispositivi starati si registra al Centro Italia (86,5%) e al Sud (75,8%). In Campania è stato trovato un manometro con errore di -1,95 bar mentre nel Lazio +1,2 bar. La staratura media in Italia è di 0,3 bar.
Resa chilometrica, comfort, trasmissione degli sforzi di trazione e di frenata sono infatti influenzati dalla pressione a cui sono gonfiati i pneumatici. Gonfiarli in modo insufficiente (sottogonfiaggio) genera un'eccessiva flessione della carcassa che provoca a sua volta un eccessivo riscaldamento dei pneumatici, un aumento della loro resistenza al rotolamento ed una conseguente prematura usura. In casi estremi, il sottogonfiaggio può causare la distruzione dei pneumatici. D’altro canto, gonfiarli troppo (surgonfiaggio) può ridurre la resa chilometrica delle gomme ed aumentarne gli slittamenti (e di conseguenza usure irregolari e rapide, in particolare sugli assali motore).
«Gli automobilisti fanno spesso tre errori classici» dice Luca Crepaccioli, amministratore delegato di Goodyear Dunlop Tyre  Italia. «Non controllano la pressione dei pneumatici prima di partire, la controllano quando le gomme sono calde (il che porta ad una lettura erronea) oppure gonfiano i pneumatici senza tenere conto del peso della vettura. Infatti c’è una netta differenza tra una vettura vuota e una completamente carica».
Per mantenere il comportamento del veicolo ai livelli ottimali (ed in particolare la sua tenuta in curva), è necessario avere sempre pneumatici gonfiati correttamente. Molti problemi iniziano con un calo di pressione, graduale e non rilevato. «Se un pneumatico non è gonfiato in modo sufficiente, il peso della vettura si concentra nella zona esterna del battistrada, aumentando la pressione sui fianchi del pneumatico o sulle spalle che dir si voglia, e non si distribuisce uniformemente su tutta la larghezza del pneumatico. Ciò significa che, man mano che il pneumatico rotola, i fianchi si surriscaldano più del dovuto a discapito delle prestazioni e della sicurezza» prosegue Crepaccioli. «Un gonfiaggio insufficiente comporta una distribuzione della pressione meno uniforme al suolo, cosa che riduce anche la zona del battistrada a diretto contatto con il fondo stradale. Questi effetti diminuiscono l’aderenza del pneumatico e, soprattutto nel caso di un veicolo molto carico, possono avere un impatto significativo sul comportamento di guida del veicolo. Gli spazi di frenata di allungano e la capacità di affrontare le curve diventa incerta e meno precisa, il che può portare a un comportamento di guida incontrollabile»
Nel giro di tre mesi i pneumatici possono perdere fino a 0,2 bar di pressione, solo a causa dei processi di propagazione che avvengono quotidianamente nel pneumatico. «Troppi automobilisti fanno l’errore di pensare che un calcio ai loro pneumatici od un controllo visivo permetta loro di capire se il pneumatico è gonfiato correttamente. L’ispezione visiva invece non riesce a individuare una diminuzione di pressione di 0,2 bar. Alcuni studi condotti dall’Unione Europea mostrano che più del 64% dei veicoli hanno pneumatici non gonfiati correttamente. La maggior parte degli automobilisti semplicemente non controlla abbastanza spesso la pressione dei pneumatici, con conseguenze significative sulla sicurezza del veicolo».

Come detto, pneumatici gonfiati in modo insufficiente od eccessivo non sfruttano uniformemente l’intera zona del battistrada. Un gonfiaggio insufficiente aumenta l’usura del battistrada nella zona esterna del battistrada stesso, mentre un gonfiaggio eccessivo aumenta l’usura del battistrada nella zona interna. Entrambi incidono negativamente sul chilometraggio del pneumatico: il battistrada si usura più velocemente ed in modo non uniforme. I pneumatici gonfiati in modo insufficiente richiedono anche maggiore energia per rotolare correttamente. I consumi di carburante del veicolo aumentano e gli automobilisti percorrono meno chilometri per ogni litro di carburante consumato.
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