Di automobili elettriche si parlava già alla fine dell'Ottocento.
L’idea è talmente suggestiva che ne parliamo ancora oggi, all'inizio del
Ventunesimo Secolo. C’è però una differenza: oggi il sogno di quei lontani
pionieri si sta avverando e diventare finalmente una realtà.
Merito della moderna tecnologia, ovviamente. Una tecnologia che in
questo caso si chiama "batterie agli ioni di litio" e che permette di
accumulare energia elettrica in spazi ridotti e con pesi contenuti. E di
poterla rigenerare facilmente collegando l’automobile ad una qualsiasi presa di
corrente oppure ricorrendo ad un generatore di bordo.
Allo stato attuale sembra proprio che le batterie agli ioni di
litio potranno rilanciare il sogno dell’automobile elettrica ed a riproporla
come una valida alternativa per una motorizzazione non inquinante e svincolata
dal petrolio e dai suoi derivati.
Piccole, leggere, sagomabili le batterie agli
ioni di litio sembrano essere, infatti, la soluzione a quei problemi di ingombro
e di peso che finora hanno bloccato lo sviluppo e la diffusione dell’automobile
elettrica. Il problema semmai è garantire loro una soddisfacente autonomia di
funzionamento
Neppure le prestazioni sono un limite per la automobili
elettriche. Lo aveva già dimostrato negli Anni ’90 il prototipo Impact
sviluppato da General Motors e proposto in leasing agli automobilisti della
California con il marchio Saturn. La carrozzeria coupé e le prestazioni
paragonabili a quelle di una piccola sportiva rappresentavano un taglio netto
con le goffe automobili elettriche che si erano viste in precedenza. Ma, anche
in questo caso, i problemi legati all'autonomia ed alla ricarica delle batterie
tradizionali decretarono alla fine il fallimento dell’operazione.
Oggi però qualcosa sta cambiando. Il crescente impegno ambientale
e l’esigenza di proporre al pubblico qualcosa di veramente nuovo in grado di
rivitalizzare il mercato dell’automobile stanno rilanciando la propulsione
elettrica. BMW, Chevrolet, Citroen, Mahindra, Mercedes, Mitsubishi, Nissan,
Opel, Peugeot, Renault si sono già iscritti al “club dell’automobile
elettrica”. Ed a questo punto è facile immaginare che quanto prima altri si
aggiungeranno.
La novità è rappresentata dal fatto che tra le nuove proposte non
troviamo solo modelli destinati all'uso prevalentemente urbano, ma anche
vetture di classe media affascinanti granturismo (perché la pressoché immediata
disponibilità di potenza dei motori elettrici garantisce prestazioni di livello
assoluto.
Il problema semmai è l’autonomia delle auto elettriche - un
centinaio di chilometri più o meno – ovvero insufficiente non solo per uscire dall'ambito urbano, ma anche per potersi spostare per un giorno all'interno di
un grande città. Di qui nasce quella che gli addetti ai lavori chiamano
abitualmente “ansia da autonomia”.
Come risolvere il problema? In attesa di disporre di un’adeguata
rete di infrastrutture e soprattutto di batterie ricaricabili nel giro di
qualche minuto e non di ore come quelle attuali, la soluzione più realistica è
quella dell’autonomia estesa ovvero di un veicolo elettrico equipaggiato con un
generatore di bordo in grado di produrre l’elettricità necessaria per
alimentare i motori elettrici preposti a muovere il veicolo stesso.
Su questa strada si sta muovendo da tempo General Motors che, pensando
alle esigenze di un mercato sempre più globale, ha sviluppato una piattaforma
proponibile in tutti i mercati del mondo. A seconda cioè della regione
geografia, delle risorse energiche più facilmente reperibili sul posto, delle
tradizioni motoristiche e delle normative locali, queste vetture saranno vendute
con generatori di elettricità alimentati a benzina, gasolio, bioetanolo e
perfino da fuel-cell.
Leggere batterie facilmente ricaricabili alla presa di corrente
del box di casa e generatori di bordo potranno permetterci presto di guidare
automobili elettriche in grado di muoversi silenziosamente senza emettere
praticamente alcuna emissione nociva. Se però i costruttori di automobili
saranno riusciti a centrare l’obiettivo delle emissioni zero… l’ambiente non
potrà dirsi ancora completamente soddisfatto. Come sarà infatti prodotta
l’elettricità cui attingeremo attraverso la presa di corrente per ricaricare le
batterie della nostra quattro ruote?
Se
l’industria automobilistica avrà fatto la sua parte, costruendo automobili che
la toglieranno dal dibattito ambientale ed energico, chi costruirà centrali
idroelettriche, nucleari, eoliche, geotermiche in grado di produrre elettricità
pulita senza servirsi ancora del petrolio?