giovedì 22 ottobre 2020

Aumenta la presenza della telematica a bordo delle auto aziendali

Continua a crescere il numero delle black box installate sulle auto aziendali, aumenta la consapevolezza dei vantaggi, anche se molti dati raccolti grazie ai dispositivi spesso non sono utilizzati adeguatamente. Risultato: il “potenziale inespresso della connessione” resta ancora elevato. E’ quanto emerge dalla terza release dell’indagine “La telematica sale a bordo delle flotte aziendali”, condotta da Top Thousand, l’osservatorio sulla mobilità aziendale, in collaborazione con Fleet Magazine.

La ricerca, giunta alla terza edizione è stata condotta su un campione di 82 aziende, con parchi auto di dimensioni grandi, medi e medio-piccoli, per un totale veicoli gestiti di 81.882 unità (l’88% dei quali gestiti in noleggio a lungo termine). Dall’analisi emerge come, aldilà della contingenza attuale, negli ultimi tre anni si è registrata una significativa evoluzione della telematica a bordo delle auto aziendali. Nel 2017 le black box erano installate sul 18% dei veicoli del campione intervistato, mentre oggi questa percentuale è salita quasi al 50% e all’87% se consideriamo il numero di aziende che hanno adottato questi dispositivi su una o più vetture.

In 7 casi su 10 la decisione di installare la black box viene presa dalla società di renting, ma i fleet manager che la scelgono consapevolmente (quasi il 30%) considerano la telematica un’opzione strategica e utilizzano quotidianamente i dati ottenuti dai dispositivi per la propria attività. Un miglioramento rilevante rispetto al passato che dimostra la consapevolezza, ormai acquisita, sul valore aggiunto che la gestione ottimizzata della flotta comporta.

Si amplia lo spettro delle informazioni e delle aree di attività che, grazie ai device di bordo, i gestori delle flotte possono analizzare e valutare: sinistri (indicati dal 22% del campione) e furti (20%), ma anche il monitoraggio della manutenzione  (13%). E ancora, il controllo dei consumi (12%), la gestione delle auto condivise (10%), gli stili di guida dei guidatori (9%) e la manutenzione predittiva (7%). Quest’ultima è una delle funzionalità emergenti più apprezzate.

Ancora poco utilizzati i dati sulle percorrenze chilometriche e per la geolocalizzazione dei veicoli. Il motivo è da ricercarsi nella difficoltà di rendere compatibile il controllo dei percorsi dei veicoli con la privacy del dipendente, tema oggi sempre più sentito. Non è un caso che la maggior parte delle scatole nere attive trasmettano dati solo in particolari circostanze, come i sinistri e i furti, e, per il resto del tempo, restino silenti.

L’81% degli intervistati ritiene i servizi oggi telematici disponibili adeguati alle proprie esigenze, mentre solo il 2% esprime un giudizio negativo. Lo scenario si conferma positivo anche in tema di costi: quasi il 90% li ritiene adeguati.

 

Non ci sono dubbi, l’utilizzo delle black box porta vantaggi ben definiti all’azienda e al fleet manager: il 35% le ritiene fondamentali per aumentare la sicurezza del driver, il 30% utili per ridurre i costi e il 25% necessarie per semplificare la gestione della flotta. Il tema della sicurezza resta centrale e sottintende il monitoraggio degli stili di guida del driver e anche la possibilità di risparmiare sulla gestione del parco auto e sulla sua manutenzione.

Diverse le possibili nuove funzionalità da introdurre, indicate dal campione: l’integrazione della gestione del car sharing con quella del car pooling, la chiamata in caso di incidente e, monito per i noleggiatori, il miglioramento della tempistica legata ai report. Poco percepito, invece, il vantaggio sulle tariffe assicurative: secondo il 70% del campione, l’utilizzo delle black box non consente di avere accesso a tariffe migliori, in quanto gli sconti restano a beneficio delle società di noleggio.  

Cosa pensano della telematica, invece, i guidatori? Considerando che parecchi sistemi sono silenti, una buona parte degli utilizzatori (50%) resta indifferente rispetto alla presenza o meno della black box sul veicolo. Solo il 16% esprime una posizione negativa. E la privacy? La questione è “spinosa”, ma la maggior parte delle aziende riferisce di averla risolta tramite un’informativa interna, mentre altre non hanno fatto nulla, in quanto i dati sono utilizzati solo dalla società di noleggio.

Anche forse in considerazione del clima di incertezza imperante in questi mesi, i fleet manager intervistati sono un po’ meno fiduciosi rispetto al passato in merito alla potenziale ulteriore diffusione delle black box: solo il 26% prevede di incrementarne il numero entro l’anno e la maggior parte delle aziende che non adotta la scatola nera non prevede di farlo, anche e soprattutto per politiche interne. Diverse aziende hanno dichiarato apertamente di attendere il post-coronavirus per valutare l’opportunità.

 

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