Un risultato che aveva anticipato il futuro. Una ricerca che guardava all’auto del domani.
Per ottenere
questo risultati i progettisti avevano utilizzato un 1.700 turbodiesel 16
valvole a iniezione diretta da 63 CV (46 kW) con una coppia massima di 140 Nm a
2.000 giri/minuto e tecnologia start-and-stop e lo avevano abbinato ad un
cambio che era solo apparentemente quello di serie in quanto inserito in una
scatola del cambio in magnesio che ne riduceva il peso di circa 3 kg.
Sempre
nell’ottica di contenere il peso del prototipo, Opel Corsa Eco 3 era realizzata
con materiali ultraleggeri come fibra di carbonio e policarbonato. Il solo
fatto che porte, paraurti, portellone posteriore, parafanghi e tetto fossero
realizzati in fibra di carbonio anziché in acciaio permetteva di ridurre di
circa 80 kg il peso del prototipo rispetto a quello del modello di serie. Al contenimento
del peso avevano poi contribuito l’uso dell’alluminio per gran parte del componenti
dell’impianto frenante e delle sospensioni e del magnesio le ruote (9 kg) e del
policarbonato per componenti di finestrini e fari (17 kg). Erano stati poi
utilizzati sedili più leggeri di circa 21 kg. Risultato. Opel Corsa eco 3 aveva
un rapporto peso/potenza di 11,4 kg/CV contro i 20,6 kg/CV della versione 1.2
di serie.
Determinante ai
fini del contenimento dei consumi era anche l’ottimizzazione della forma aerodinamica.
Allo scopo furono adottati uno spoiler anteriore e uno posteriore, bandelle
laterali sottoporta, un sistema di estrazione del flusso d’aria dal circuito di
raffreddamento. Risultato. Con un Cx di 0,295 Corsa Eco 3 era la vettura più
aerodinamica della categoria.