lunedì 12 ottobre 2020

TESLA e il rebus della borsa


Tesla è recentemente diventata la casa automobilistica con il più grande valore di borsa, detenendo il 30% della capitalizzazione di mercato del settore. Questo dato ha generato un certo shock dato che, come ha sottolineato Morgan Stanley, la società genera lo 0% dei profitti automobilistici e l'1% dei ricavi dei costruttori automobilistici. La spiegazione della differenza di scala tra Tesla e le altre case automobilistiche era stata stigmatizzata da un dirigente Ford, in risposta ai festeggiamenti di Elon Musk per il raggiungimento del traguardo di 7.000 veicoli prodotti in una settimana, con un commento molto caustico: “Ford sta producendo questo numero di veicoli ogni quattro ore”.
Se Tesla ha consegnato 88.400 veicoli, nel primo trimestre di quest’anno, stiamo parlando di una quota di mercato globale inferiore allo 0.5%. Allora come si spiega questa macroscopica incongruenza? Ecco, due tesi piuttosto accreditate.

La prima tesi :Tesla è come una borsa griffata e le piattaforme di trading “di massa” sono piattaforme che spingono “a giocare”. La proprietà di azioni Tesla non si limita a dare la percezione del possesso di una parte dell'azienda, ma conferisce un valore aggiuntivo al proprietario, un simbolo di status sociale. Tesla ha quindi allargato il campo di gioco e ha spostato il confine  dalla finanza a quello della moda. Nel mercato della moda infatti, il valore di una borsa di design non è mai dato dalla somma del valore dei materiali utilizzati. E' dato invece, dalla capacità del brand di trasferire sull'acquirente dei suoi prodotti tutta la forza di valori intangibili, quali esclusività e classe. Il reale valore riconosciuto dal mercato del lusso. Il lusso sembrerebbe quindi essere il vero campo da gioco scelto da Tesla, con una narrazione che annovera, come valori premium ed esclusivi, design, tecnologia green e sicurezza. 

Oltre alla crescita del "fattore lusso", che si somma a quella del valore delle azioni, bisogna considerare l'aumento degli investimenti al dettaglio fatti attraverso piattaforme di trading low cost, come ad esempio ha fatto la "Robinhood", rendendo le scomesse su Tesla molto accessibili. Pertanto ora ci sono molte più persone che ambiscono a possedere azioni Tesla, sia come fattore distintivo che come piacere di scommettere sulla crescita del valore. 

La seconda tesi : Tesla è una scommessa contro l’intera industria dell’auto.
Come è ben noto, il valore azionario di un’azienda non è legato in alcun modo al fatturato assoluto dell’azienda, ma varia in base a  molteplici fattori, tra cui l’incremento del fatturato e delle vendite, la percezione del brand e i piani per il futuro. Analisti giapponesi hanno dichiarato che i concorrenti della Tesla, tutti, incluso Toyota, accusano un ritardo di 5/6 anni. Tesla non solo costruisce automobili, ma sta rivoluzionando la produzione e distribuzione d’energia elettrica, costruisce nuove Giga-Factory’s, costruisce navi spaziali, servizio taxi per la NASA con prossimo obiettivo Marte. 

Poi c’è chi pensa che ci sia un mix delle due tesi e chi come la rivista Fortune che, in maniera molto tranchant, ha commentato così il sorpasso di Tesla : “… date le dimensioni attuali e la crescita prevista del settore, Tesla non può raggiungere un risultato soddisfacente. Dovrebbe mettere al volante un numero incredibilmente elevato di clienti. Non è che Tesla non possa avere successo. Ma la sua valutazione attuale da bolla di mercato impone prestazioni future che sembrano semplicemente irraggiungibili. Come sempre, la massiccia capitalizzazione di mercato di un’azienda non ti dice quanto successo avrà in futuro, ma determina quanto successo dovrebbe avere per farti guadagnare.”

In ogni caso, il problema delle prospettive future è che possono sciogliersi come neve al sole, se non ci sono adeguati asset dietro.





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