giovedì 12 settembre 2024

Si chiama Rover, è il robot cane da guardia


La struttura di produzione e test EV di Coventry – che svolge un ruolo cruciale nel piano JLR di elettrificazione dei suoi marchi entro il 2030 – ha aggiunto un improbabile collega alla lista di nuovi collaboratori, sotto forma di un cane robotico a quattro zampe soprannominato Rover. In un ambiente complesso e ad alta densità energetica come l'impianto di prova, con migliaia di risorse che richiedono un monitoraggio costante, il ruolo di Rover come cane da guardia è di fondamentale importanza per JLR e i suoi colleghi umani, perché risparmia loro tempo prezioso individuando tempestivamente potenziali problemi operativi e usura delle apparecchiature, garantendo che i test e lo sviluppo continuino a procedere nei tempi previsti per il lancio della Range Rover Electric.

Proprio come un normale cane da guardia, Rover ha la sua cuccia nello stabilimento, dove vive periodicamente e ricarica la sua batteria da 50 Volt tra un turno e l'altro. Tuttavia, a differenza di un normale cane, il robot di Boston Dynamics può funzionare 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, e non viene distratto da suoni forti, visioni o odori insoliti.

Completamente automatizzato per seguire una serie di percorsi prestabiliti, Rover svolge fino a 24 servizi di pattuglia giorno e notte, utilizzando l'intelligenza artificiale per aprire fisicamente le porte, salire le scale e navigare con diligenza nelle aree ad alto traffico.

Prendendo continuamente misure e ispezionando valvole e macchinari, Rover elimina il rischio di errori umani in queste attività, consentendo ai tecnici di impiegare meglio il loro tempo ad analizzare i risultati di Rover, per fare previsioni aziendali e di manutenzione più approfondite o per eseguire riparazioni.

La disinvoltura con la quale il quadrupede robot è in grado di svolgere i suoi compiti è merito della naturale capacità e precisione offerta dalle quattro zampe e dal braccio robotico. Questi, a loro volta, sono pilotati da avanzati sensori che “sentono” possibili perdite di gas non percepibili dall'orecchio umano, e da altri sensori termici che valutano rapidamente le temperature delle batterie, garantendo che i tecnici possano continuare il loro lavoro in sicurezza.

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