Opel ha allestito una speciale Grandland per dimostrare concretamente come i veicoli autonomi SAE di livello 3 (hands-off, eyes-off) potrebbero comunicare con altri utenti della strada tramite sistemi di illuminazione in futuro. «I fari svolgono chiaramente un ruolo importante nell'aumentare la sicurezza stradale, ma i moderni sistemi di illuminazione sono in grado di fare molto di più» spiega Philipp #Röckl, Global Lead Lighting di Stellantis. «Ad esempio, le firme luminose possono essere facilmente animate e utilizzate per le animazioni. E il Blitz illuminato su Opel Grandland può essere sostituito da un display che può mostrare l'emblema illuminato ed essere utilizzato per comunicare con gli altri utenti della strada e i pedoni. Utilizzando gli elementi di illuminazione esistenti, è facile aggiungere funzioni di comunicazione una volta che introdurremo le funzioni di guida autonoma nelle nostre auto».
giovedì 25 settembre 2025
Opel comunica con i fari
Opel ha allestito una speciale Grandland per dimostrare concretamente come i veicoli autonomi SAE di livello 3 (hands-off, eyes-off) potrebbero comunicare con altri utenti della strada tramite sistemi di illuminazione in futuro. «I fari svolgono chiaramente un ruolo importante nell'aumentare la sicurezza stradale, ma i moderni sistemi di illuminazione sono in grado di fare molto di più» spiega Philipp #Röckl, Global Lead Lighting di Stellantis. «Ad esempio, le firme luminose possono essere facilmente animate e utilizzate per le animazioni. E il Blitz illuminato su Opel Grandland può essere sostituito da un display che può mostrare l'emblema illuminato ed essere utilizzato per comunicare con gli altri utenti della strada e i pedoni. Utilizzando gli elementi di illuminazione esistenti, è facile aggiungere funzioni di comunicazione una volta che introdurremo le funzioni di guida autonoma nelle nostre auto».
venerdì 19 settembre 2025
Test in condizioni reali per l’Intelligent Battery Integrated System
Stellantis, in collaborazione con Saft (sussidiaria di TotalEnergies), ha presentato un innovativo prototipo di veicolo dotato della tecnologia IBIS, un progetto congiunto di ricerca con sede in Francia finalizzato allo sviluppo di una soluzione energetica per accumulo e conversione elettrica, caratterizzata da maggiore efficienza, sostenibilità e convenienza economica. Con i test su strada in corso, questa pietra miliare rappresenta un importante passo avanti nel progresso dell'elettrificazione per le applicazioni energetiche mobili e fisse.
martedì 16 settembre 2025
… e Toyota presentò l’ibrido
Trenta anni fa, Sabato 16 Settembre 1995, in occasione del Salone di Francoforte, Toyota espose per la prima volta al pubblico il prototipo della #Prius, la prima automobile moderna che ha fatto riscoprire ai costruttori questo genere di propulsione,
Il progetto G21, come si chiamava internamente lo sviluppo della prima ibrida della Casa giapponese, era stato affidato nel Gennaio 1994 a Takeshi #Uchiyamada, futuro capo-ingegnere di Prius che, non a caso, in latino vuol dire “primo”. Una scelta profetica visto che sarebbe stato il primo veicolo ibrido prodotto in serie. Nel Giugno 1995 il sistema di propulsione ibrida, fino ad allora identificato con il nome in codice 890T, assunse invece la denominazione THS (Toyota Hybrid System) ed andò ad equipaggiare il prototipo, una vettura dall’aspetto non molto originale (una convenzionale berlina a 4 porte lunga 4.150 mm) al cui interno c’era un 4 cilindri Toyota tipo D-4 di 1,5 litri ad iniezione diretta abbinato un motore/generatore elettrico ed una trasmissione a variazione continua.
venerdì 5 settembre 2025
Un manifesto di design
La Casa dei Quattro Anelli svela la show car Audi Concept C, sportiva a 2 posti full electric che incarna la nuova filosofia di design della Casa tedesca ed apre la strada al futuro. La vettura si contraddistingue per la massima essenzialità, fulcro della nuova filosofia di design Audi. L’inedito volto del marchio è caratterizzato da una cornice verticale che reinterpreta l’heritage del marchio e da un’inedita firma luminosa a quattro elementi. La configurazione del tetto abbina la versatilità di una spider alla purezza delle linee tipica di una carrozzeria monolitica in stile coupé. Ai materiali di alta qualità si accompagnano dettagli votati al minimalismo. Massima essenzialità anche in abitacolo, così da scongiurare distrazioni. Un obiettivo cui contribuiscono i comandi tattili forieri di un'esperienza straordinariamente intuitiva. Audi Concept C è un paradigma d’essenzialità: abbina purezza delle forme, precisione e solidità. La tensione stilistica è generata dalle superfici piene intersecate da un'unica linea: l'essenza stessa dell'architettura.
mercoledì 3 settembre 2025
Toyota e Mazda testano un sistema di accumulo energetico con batterie da veicoli elettrificati
Toyota e Mazda hanno avviato dei test sul sistema Sweep Energy Storage di Toyota presso lo stabilimento Mazda di Hiroshima, in Giappone. Per i test, l’impianto di generazione energetica della sede centrale di Mazda – l’unico del suo genere gestito da una Casa automobilistica in Giappone – sarà collegato al sistema Sweep di Toyota che impiega batterie recuperate da veicoli elettrificati. L’integrazione dei rispettivi sistemi di gestione energetica consentirà di testare processi di carica e scarica stabili, efficienti e di alta qualità. In futuro, il sistema di accumulo sarà utilizzato anche per regolare l’equilibrio tra offerta e domanda di energia rinnovabile, soggetta a variazioni in base alle condizioni meteo e all’orario, contribuendo così al raggiungimento della neutralità carbonica.
L’iniziativa rientra nell’obiettivo di creare un vero e proprio ecosistema delle batterie, una delle sette sfide strategiche individuate dalla Japan Automobile Manufacturers Association per il futuro dell’industria della mobilità. Questo ecosistema mira a garantire un approvvigionamento stabile delle risorse critiche, a rafforzare la resilienza della catena di fornitura e a promuovere il riutilizzo sostenibile delle batterie in Giappone, comprese quelle recuperate dai veicoli elettrificati.
Guardando al futuro, entrambe le aziende continueranno ad accogliere sfide comuni per l’intero settore, seguendo un approccio multi-solution per raggiungere la neutralità carbonica e incrementare la competitività dell’industria automobilistica.
lunedì 14 luglio 2025
Pneumatici green, una sfida partita da lontano
Pirelli ha presentato il suo primo pneumatico P Zero “green” di serie. Un prodotto con il 70% di materiali riciclati e naturali. Una sfida, quella ecologica, che in realtà parte da lontano e che già nel 2001 vede Goodyear lanciare il suo GT3, il primo pneumatico al mondo con componenti bio. I pneumatici non sono mai stati un prodotto “pulito”. Dalla loro nascita fino a oggi, restano uno dei componenti più impattanti dell’automobile, soprattutto in fase di produzione e utilizzo. Eppure qualcosa si sta muovendo. Il cambiamento è lento, complicato, ma reale. Coinvolge ricerca, chimica avanzata e una riprogettazione completa dei materiali. E tocca da vicino anche chi guida auto storiche e youngtimer: perché la passione per le prestazioni non può più ignorare il futuro del pianeta.
Le origini: prestazioni sì, ma a quale prezzo?
Il primo passo: Goodyear GT3 e l’amido di mais
Il punto di svolta arriva nel 2001, quando Goodyear introduce il GT3: il primo pneumatico al mondo realizzato con una mescola parzialmente bio, grazie all’uso dell’amido di mais. Una scelta rivoluzionaria per l’epoca. BioTRED, così si chiamava la tecnologia sviluppata per quel modello, dimostrava che si potevano ottenere buone prestazioni su strada riducendo la dipendenza dai materiali fossili. Non era solo una prova tecnica, ma un segnale forte: la sostenibilità poteva entrare nel vocabolario dell’automotive, senza compromessi sulle prestazioni.
Da quel momento la ricerca si è allargata ad altri materiali. I primi a cadere sono stati gli olii ad alta aromaticità, sostituiti da oli a bassa tossicità. Poi è arrivata la silice estratta dalla lolla di riso, un sottoprodotto agricolo normalmente destinato allo scarto. Sono state introdotte bioresine per migliorare l’elasticità senza ricorrere a composti sintetici pesanti, e si è iniziato a integrare plastica riciclata in alcune parti strutturali del pneumatico. Ogni nuova mescola, ogni nuova combinazione è il frutto di anni di test, perché su un’auto — e ancora di più su una storica senza aiuti elettronici — tutto si gioca sulla gomma. E la gomma deve essere perfetta.
Il futuro è già in corsa: Goodyear, Pirelli e oltre
Oggi la rivoluzione è in pieno corso. Goodyear ha già presentato un prototipo composto per il 90% da materiali sostenibili, mentre Pirelli, da sempre sinonimo di alte prestazioni anche nel mondo delle storiche, ha ora presentato P Zero, un prodotto con il 70% di materiali di origine naturale e riciclati. I grandi marchi hanno programmi ambiziosi per ridurre drasticamente l’impatto ambientale dell’intera gamma. Si lavora su pneumatici progettati per essere completamente riciclabili, su catene di fornitura totalmente tracciabili e su mescole che riducono la resistenza al rotolamento, abbattendo consumi ed emissioni senza sacrificare la dinamica di guida.
E per le storiche? Una questione di passione e responsabilità
Chi ama le auto d’epoca lo sa: il dettaglio conta. Anche la gomma fa parte dell’identità dell’auto. Ma oggi più che mai diventa importante conciliare l’originalità con una scelta responsabile. Alcuni produttori, come Michelin con la linea Classic, stanno cercando proprio questo equilibrio: replica estetica perfetta, cuore moderno e sostenibile. Le nuove mescole bio non sono più una promessa futuristica, ma una realtà concreta che inizia a comparire anche sulle gomme “vintage”.
La sfida non è solo tecnica. È culturale. E non si può più rimandare. Per continuare a guidare il passato, serve una gomma capace di guardare avanti.
 

 




